"Il 20 luglio, la Chiesa fa memoria del profeta Elia... e il Montfort è un profeta!"
[SVOLSE IL SUO MINISTERO CON LO SPIRITO E LA FORZA DI ELIA: "EGLI SI DEDICÒ ALLA RIFORMA DEL POPOLO E SRADICò I SEGNI ABOMINEVOLI DELL'EMPIETÀ.
IN UN'EPOCA DI INIQUI RIAFFERMò LA PIETÀ"]
In realtà, il santo missionario francese del secolo XVIII, è
"strenuus Eliae imitator";
così nel decreto delle virtù eroiche (1869) e in quello della beatificazione (1888); così nelle Lettere Decretali di canonizzazione (1948), dove è detto che durante dieci anni, sino alla morte, il santo missionario svolse il suo ministero in spiritu et virtute Eliae: con lo spirito e la forza di Elia (Lc 1, 17).
In tutti e tre questi documenti, l'immagine del Montfort appare come in dissolvenza incrociata, nell'intreccio di due testi del Siracide, riguardanti, rispettivamente il profeta Elia e Giosia, re di Giuda. Rileggendo la storia di Israele, il pio Ebreo del secondo secolo a. C., Ben Sira, così scrive di Elia:
"Essi commisero ogni genere di malvagità... Allora sorse Elia profeta, simile al fuoco: la sua parola bruciava come fiaccola" (Sir 47, 25; 48, 1).
Poi, del re Giosia afferma che:
"egli si dedicò alla riforma del popolo e sradicò i segni abominevoli dell'empietà. Diresse il suo cuore verso il Signore, in un'epoca di iniqui riaffermò la pietà" (Sir. 9, 3-4).
Era questa, soprattutto, l'immagine che i primi testi liturgici offrivano del Montfort dopo la sua beatificazione.
Basti pensare all'antifona d'ingresso che allora apriva la liturgia eucaristica celebrata in suo onore:
"Grida a squarciagola, non avere riguardo: come una tromba alza la voce; dichiara al mio popolo i suoi delitti, alla casa di Giacobbe i suoi peccati" (Is 58,1).
"Pochi sono nel XVIII secolo gli uomini che presentino in sé contrassegni così evidenti di una missione divina, quanto quest'altro Elia, missionario dello Spirito Santo e di Maria.
L'intera sua vita fu tale manifestazione di ciò che può la santa follia della Croce…
Clemente XI lo volle Missionario Apostolico in Francia, perché vi consacrasse la vita a combattere il Giansenismo in quanto si opponeva alla salute delle anime.
"Tra gli eminenti apostoli di Dio, dev'essere ascritto senza dubbio san Luigi Maria Grignion de Montfort.... il quale si adoperò con tutte le forze per confondere la sapienza del mondo con la stoltezza della croce e per condurre a vita evangelica il popolo cristiano.
["Luigi Maria Grignion de Montfort è l'umile sacerdote bretone del secolo di Luigi XIV, ". "L'UMILE SACERDOTE, LA CUI VITA BREVE, SORPRENDENTEMENTE LABORIOSA E FECONDA, MA TORMENTATA IN MODO SINGOLARE, INCOMPRESA DAGLI UNI, ESALTATA DAGLI ALTRI, L'HA POSTO DAVANTI AL MONDO 'IN SEGNO DI CONTRADDIZIONÈ"]
La caratteristica propria di Luigi Maria è la sua tenacità perseverante a conseguire il santo ideale, l'unico, ideale di tutta la sua vita: quello di guadagnarsi gli uomini per darli a Dio".
Ma chi può vantarsi di essere simile a Elia?
In quale senso si può veramente dire che il Montfort fu uno strenuo imitatore di Elia?
Dai molti elogi che la Sacra Scrittura fa del profeta di Tisbe veniamo a sapere che il suo messaggio profetico consiste soprattutto nell'affermazione di monoteismo.
Solo Jahve è Dio. I Baal sono un nulla.
II popolo eletto di Dio deve osservare le esigenze dell'Alleanza del Sinai. Elia, dunque, vuol salvaguardare l'Alleanza, e ristabilire la purezza della fede in Israele.
Ma si sente solo, avvilito.
Così, dopo le minacce di Gezabele s'inoltra nel deserto. Incoraggiato dall'angelo del Signore camminerà per quaranta giorni e quaranta notti fino al Monte di Dio, l'Oreb, dove potrà finalmente ristorarsi alle sorgenti stesse dell'Alleanza.
Il profeta Eliseo ne continuerà l'opera.
[NEI SUOI SCRITTI, OLTRE CHE NELLA SUA VITA, LO STRENUO IMITATORE DEL PROFETA ELIA]
Non è difficile, ora, riconoscere negli scritti del Montfort, oltre che nella sua vita, lo strenuo imitatore del profeta Elia, di cui parla il decreto di beatificazione e di canonizzazione.
Mi limito qui ad alcune espressioni del santo missionario che bruciano come fiaccola, al pari di quelle del profeta Elia.
E Montfort era un homo Dei, un uomo tutto di Dio.
"Dio solo" era il motto che egli amava scrivere un pò dovunque nelle sue opere. Animato da tale fuoco interiore, egli voleva riportare il popolo cristiano all'Alleanza con Dio; e cioè a vivere gli impegni derivanti dal battesimo.
Ascoltiamo il suo grido profetico:
"Chi si mantiene, fedele alle promesse del santo battesimo?
Quasi tutti i cristiani non vengono forse meno alla fedeltà promessa a Gesù Cristo nel loro battesimo? Da dove può derivare questo disordine generale se non dalla dimenticanza in cui si vive delle promesse e degli impegni del santo battesimo, e dal fatto che quasi nessuno ratifica da se stesso il contratto d'alleanza che ha fatto con Dio
per mezzo del padrino e della madrina?" (VD 127).
Par di sentire il profeta Elia che, sul monte Carmelo, chiedeva a tutto il popolo:
"Fino a quando zoppicherete con i due piedi? Se il Signore è Dio, seguitelo!" (1 Re 18,21),
e che al momento del sacrificio faceva questa preghiera:
"Signore, oggi si sappia che tu sei Dio in Israele... Questo popolo sappia che tu sei il Signore Dio".
Il santo missionario vi grida tutto il suo immenso dolore per i molti mali che affliggono l'umanità e la Chiesa, ma al tempo stesso ricorda i progetti e le promesse di misericordia fatte da Dio per mezzo di tanti profeti e di tante grandi anime del secolo passato e del presente.
"Signore, la tua legge è trasgredita; è stato abbandonato il tuo Vangelo; torrenti d'iniquità dilagano sulla terra intera e travolgono perfino i tuoi servi; tutto il mondo si trova nella tribolazione; l'empietà regna sovrana; il tuo santuario è profanato, e l'abominio è penetrato nel luogo santo" (PI 5)
"Al fuoco! Al fuoco! Al fuoco ... Aiuto! Aiuto! Aiuto! ... C'è fuoco nella casa di Dio! C'è fuoco dentro le anime! C'è fuoco perfino nel santuario!... Aiuto! Si vuole assassinare il fratello! ... Aiuto! si stanno scannando i nostri figli! ... Aiuto! si sta pugnalando il nostro buon
padre!" (PI 28).
Ora il grido di dolore si fa preghiera al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo:
"0 gran Dio, che puoi trarre dalle pietre informi altrettanti figli di Abramo, pronuncia una sola parola da Dio per mandare buoni operai nella tua messe e buoni missionari nella tua Chiesa!" (PI 3).
"Signore Gesù, ricordati di dare a tua Madre una nuova compagnia affinché per mezzo di essa si rinnovino tutte le cose e per mezzo di Maria si completino gli anni della grazia come per mezzo di Maria tu li hai incominciati" (PI 6).
"Santo Spirito, ricordati di produrre e di formare figli di Dio con la tua divina e fedele sposa Maria. Hai formato con lei e in lei il Capo dei predestinati; perciò con lei e in lei devi formare tutti i membri ...
Tutti i santi che furono e saranno sino alla fine del mondo sono altrettante opere del tuo amore unito a Maria" (PI 15).
[CON LO SPIRITO E LA FORZA DI ELIA, E CON IL CALORE DELLE SUE ARGOMENTAZIONI, IL SANTO INVITA TUTTE LE ANIME AD ACCOGLIERE MARIA COME MADRE E MAESTRA, "IL MEZZO PIÙ SICURO, PIÙ FACILE, PIÙ BREVE E PERFETTO PER ANDARE A GESÙ CRISTO"]
Penso si possa riconoscere nel Montfort lo spirito e la, forza di Elia anche nell'autentica spiritualità e devozione mariana che egli nutrì verso la Madre del Signore e che insegnò magistralmente al popolo santo di Dio, "con frutto, in pubblico e in privato, nelle sue missioni, per diversi anni".
Mi spiego, riferendomi ad un brano dell'enciclica Ad diem illum laetissimum (2. 2. 1904) di san Pio X:
"Noi vediamo nelle sante Scritture, che ogni volta che ci è profetizzata la grazia che deve giungere, quasi sempre il Salvatore degli uomini vi appare insieme alla sua santissima Madre... (così) Maria è oggetto del pensiero di Elia che vede la piccola nube che sale dal mare".
Il racconto sacro, cui il Pontefice allude, è noto.
Dapprima il profeta Elia preannunzia al re Acab la siccità che dovrà punire l'apostasia d'Israele; ma poi, lo stesso profeta ottiene e annunzia la fine della siccità. Una nuvoletta ascende dal mare verso il monte Carmelo:
la pioggia è vicina.
Nella nuvoletta che sale dal mare Elia vede raffigurata la Vergine Maria:
è lei la piccola nube che farà piovere la giustizia dall'alto; è lei la madre che darà il Salvatore al mondo assetato, la Vita che tutto rinnova.
La visione di Elia, da cui trae ispirazione tutta la storia gloriosa dell'Ordine Carmelitano, è anche quella del Santo di Montfort.
Con lo spirito e la forza di Elia, e con il calore delle sue argomentazioni, il santo missionario invita tutte le anime che hanno sete del Dio vivente, ad accogliere Maria come Madre e maestra nella propria vita spirituale.
"Allora, per quanto la fede lo permetta, vedranno con chiarezza questa bella stella del mare e con la sua guida arriveranno a buon porto, nonostante le tempeste e i pirati; conosceranno le grandezze di questa sovrana e si consacreranno interamente al suo servizio ...;
v ne gusteranno le dolcezze,
v e le materne bontà
v e l'ameranno teneramente come suoi figli prediletti;
v conosceranno le misericordie di cui ella è ricolma
v e i bisogni che hanno del suo aiuto;
v per ogni cosa ricorreranno a lei
v come a loro cara avvocata
v e mediatrice presso Gesù Cristo;
v sapranno che è lei il mezzo più sicuro,
v più facile,
v più breve e perfetto per andare a Gesù Cristo,
v e si consegneranno a lei corpo e anima, senza riserva,
v per appartenere nello stesso modo a Gesù Cristo"-VD 55.
[DESCRIZIONE DEI MISSIONARI CHE EGLI VUOLE E CHIEDE PER LA CHIESA]
Ma, nella nuvoletta, che sale dal mare verso il Monte Carmelo, il Montfort vede raffigurai anche i missionari che egli vuole e chiede per la Chiesa e per la sua Compagnia di Maria. Vuole e chiede che essi, attingendo grazia su grazia dal mare di grazie che è Maria, essi siano "nubi alzate da terra e sature di celeste rugiada, libere di volare dovunque le spinga il soffio dello Spirito Santo" (PI 9);
"nubi volanti nel cielo al minino soffio dello Spirito Santo che diffondano la pioggia della parola di Dio e della vita eterna" (VD 57);
"pioggia abbondante che rinvigorisca il popolo di Dio"
(PI 20).
Vuole e chiede che, sull'esempio del profeta Elia che riprende vigore sulla montagna dell'Alleanza, i suoi missionari vivano sulla misteriosa e divina montagna che è Maria: montagna fertile e lussureggiante, solida e compatta, dove Dio mirabilmente si compiace, risiede e dimorerà per sempre.
"Qui essi diventeranno re per l'eternità, con il distacco dalla terra e l'elevazione in Dio; diverranno più bianchi della neve, perché uniti a Maria; saranno arricchiti della rugiada del cielo e dell'abbondanza della terra, di ogni benedizione temporale ed eterna di cui Maria è ricolma.
Dall'alto di questa montagna, come Mosè, con le loro ardenti preghiere scaglieranno frecce contro i nemici per abbatterli o convertirli; su questa montagna impareranno dalla bocca stessa di Gesù Cristo, che sempre vi dimora, il significato delle otto beatitudini; su questa montagna di Dio saranno trasfigurati con Cristo come sul Tabor, moriranno, con lui come sul Calvario, ascenderanno al cielo con lui come sul monte degli ulivi" (PI 25).
[IL MESSAGGIO PROFETICO DEL MONTFORT INTERPELLA LA NOSTRA COSCIENZA. "SE VOGLIAMO ESSERE CRISTIANI, DOBBIAMO ESSERE MARIANI"]
Il pio, che visita la Basilica di San Pietro in Vaticano, non dimentichi di ammirare la bella statua del Montfort, profeta per i nostri tempi, (navata centrale - seconda nicchia dell'ordine superiore di sinistra).
Chissà che non si senta ripetere da lui quel che l'annoso Mosè disse una volta al giovane Giosuè:
"Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore dare loro il suo Spirito! (Nm. 11, 29).
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Voglia la Madonna colmare a lei e ai suoi cari di speciali grazie in questo mese di maggio raccomandandoci anche noi alle vs. preghiere.
Un cordiale saluto, dalla redazione di Luci sull'Est
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