Hildegard von Bingen

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UN'ISOLA COME LA GROTTA DI BETLEMME,
COME LA CROCE GLORIOSA DI GERUSALEMME

"L'ISOLA" UNO DEI PIU' BEI FILM MAI VISTI.
PER PENSARE, PER PREGARE, PER AMARE CRISTO





Un film meraviglioso, senza alcuna enfasi. Da gustare e assaporare sino in fondo. La profonda conoscenza di se stesso, il primo grado dell'umiltà. E l'abbandono totale e senza condizioni all'amore e alla misericordia di Dio. Lo svelamento dei pensieri più profondi alla fine di un'esistenza vissuta con Cristo e con Lui nascosta in Dio. La vita semplice crocifissa con Cristo, la follia d'una sapienza che trapassa la carne e giunge sino all'essenza vera e autentica delle cose, dell'uomo e della storia. La santità che sgorga per pura Grazia in un uomo avvinto dall'amore e ad esso aggrappato come all'unica ancora di salvezza. La vita che diviene preghiera, quella preghiera incessante del cuore che si fa respiro dell'anima. Tutto ciò, e molto di più è questo film, da guardare con tutta la famiglia, e riguardare da soli, pregando, come dinnanzi ad un'icona. Continua a leggere

Antonello Iapicca Pbro

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Ildergarda di Bingen: santa eclettica della modernità. Trasmissione della Rai

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Premessa: Un cammino di stupore in stupore

"Ho fatto una scoperta o, dovrei dire, ho avuto una visione. L'ho avuta tra due tazze di caffè nero in un ristorante francese di Soho; ma non saprei spiegarla, neppure se tentassi di farlo. Comunque era che tutte le cose buone formano un tutt'uno... Questo è ciò che sento... adesso, ad ogni ora del giorno. Tutte le cose buone sono una cosa sola. È questo ciò che gli Ebrei dell'antichità, soli tra gli altri popoli, hanno percepito. I Greci, i Vichinghi e i Romani non furono attraversati come qualche rude israelita, una notte, nella solitudine del deserto, dall'improvvisa, abbagliante idea che tutto il mondo era la manifestazione di un solo Dio: un'idea degna di un romanzo poliziesco." (G. K. Chesterton, L'ortodossia)

C'è una tensione che attraversa quasi in sordina il mondo contemporaneo: la si può definire bisogno di una visione olistica, unitaria, dell'uomo, della natura, di Dio. Essa affiora, soprattutto, o deformata nelle correnti esoteriche, oppure concettualmente articolata, negli ambiti di scienza come la biologia, la chimica o la fisica... Qualche volta un poeta, come appunto Chesterton, giunge a percepirne concretamente la realtà, oppure un pittore, come Van Gogh, ce ne dà suggestiva rappresentazione attraverso il dinamismo estetico con cui investe al contempo cielo, terra, uomini, cose. La tradizione cristiana, nella sua storia, non solo ha conosciuto questa tensione ma ha saputo elaborarne, attraverso l'attività e la riflessione di alcune sue grandi personalità, uno sviluppo critico coerente. Ildegarda di Bingen, vissuta nel secolo d'oro del Medio Evo, il XII, è luminosa testimone della visione olistica della tradizione cristiana, visione che non è stata per lei soltanto fulminea intuizione, ma anche e soprattutto esercizio potente di uno sguardo e di un pensiero aperti alla totalità del reale. Conoscere la storia, le visioni, la dottrina, il sapere di Ildegarda è introdursi da una concezione dell'esistenza integralmente positiva, è scoprire che, nella costellazione delle grandi personalità cristiane, brilla anche la figura di una donna per la quale salute del corpo e salvezza dell'anima sono strettamente correlate (del resto l'una e l'altra sono indicate, in latino, dall'unica parola salus). L'intuizione di Chesterton e la percezione sensibile di Van Gogh appartengono alla verità esistenziale della condizione umana contemporanea. Ma, per chi la incontra oggi, Ildegarda spalanca una panoramica finestra su un meraviglioso paesaggio.

Ildegarda e il suo tempo - La vita

1098, estate. Nell'anno che precede la conquista di Gerusalemme da parte dei primi crociati, nacque, nei pressi di Alzey (nella regione dell'Assia Renana, a poco più di 30 km da Magonza), Ildegarda, decima e ultima figlia del nobile Ildelberto di Bermersheim e di sua moglie Matilda (il nome Ildegarda significa protettrice delle battaglie). Ben presto si manifestò la pronta ed acuta intelligenza della bambina, ma altrettanto instabile era la sua salute. La sua natura di visionaria comparve molto presto, se come lei stessa ci racconta: "Nel mio quinto anno di vita vidi una luce così grande che la mia anima ne fu scossa, però, per la mia tenera età, non potei parlarne..." È probabile che l'osservazione delle straordinarie doti della bambina abbia pesato nella decisione dei suoi genitori di affidarla, all'età di otto anni, alla maestra Jutta, una giovane di nobile lignaggio, figlia del conte di Spanheim, che si era appena ritirata in clausura presso il monastero benedettino di Disibodenberg, situato alla confluenza dei fiumi Glan e Nahe. Jutta "l'educò accuratamente all'umiltà e all'innocenza, la iniziò ai canti di David e le insegnò i salmi", scrive Goffredo, il primo biografo di Ildegarda. Oltre a Jutta, Ildegarda ebbe un altro maestro, il monaco Volmar, assistente spirituale della clausura, ed in seguito suo primo segretario; possiamo immaginare che fu lui a contribuire alla sua formazione, insegnandole le arti liberali che erano parte del patrimonio culturale dei monaci di quel tempo. Giunta all'adolescenza Ildegarda decise liberamente di porre la sua vita al servizio di Dio; pronunciò i voti dell'ordine benedettino e (tra il 1112 e il 1115) ricevette il velo dalle mani del vescovo Ottone di Bamberg. Passarono trent'anni senza che si verificassero grandi eventi, ma intanto: "La sua reverenda madre (Jutta) scopriva piena di meraviglia come la sua allieva fosse divenuta a sua volta maestra..." Così, quando nel 1136 Jutta morì, le monache che in quegli anni si erano radunate attorno a Jutta, la elessero badessa. Per cinque anni ancora la vita a Disibodenberg proseguì il suo corso tranquillo, ma quando Ildegarda arrivò ai quarantadue anni, mentre giaceva afflitta da una penosa malattia, una delle tante che l'avevano accompagnata nel corso della vita, la voce di Dio insistentemente le intimò: "Manifesta le meraviglie che apprendi... Oh tu fragile creatura... parla e scrivi ciò che vedi e senti..." Ildegarda, incerta, resisteva, e ciò aumentava le sue sofferenze fisiche; infine trovò la forza di manifestare quanto le accadeva a Volmar, che le consigliò di rendere noto quanto Dio le ispirava. Da quel momento le forze le ritornarono ed Ildegarda iniziò a comunicare le visioni che l'avevano accompagnata fin dalla più tenera età: iniziava così a scrivere il suo primo grande lavoro Scivias (Conosci le vie). Volmar e l'abate Kuno di Disibodenberg si convinsero dell'ispirazione divina di quanto Ildegarda andava rivelando, ed informarono di quanto udivano l'arcivescovo Enrico ed il capitolo della cattedrale di Magonza. Intanto la fama di Ildegarda si spandeva nella regione, giungendo anche alle orecchie di San Bernardo e del papa. Alla fine dell'anno 1147, il papa Eugenio III aveva infatti convocato un sinodo generale della chiesa a Treviri (che dista una settantina di chilometri da Disibodenberg), e da lì inviò una sua delegazione ad incontrare ed interrogare Ildegarda. Gli inviati del papa tornarono con un'ottima impressione; gli scritti di Ildegarda furono letti personalmente dal papa in un'assemblea plenaria del sinodo, nel quale lo stesso San Bernardo intervenne, chiedendo al papa di non tollerare che una tale luce luminosa venisse coperta dal silenzio. Così il papa diede a Ildegarda il permesso di rendere noto ciò che lo Spirito le ispirava e la incoraggiò a scrivere. L'evento del sinodo contribuì a spargere la fama di Ildegarda per tutta Europa; ne sono testimonianza le numerose lettere indirizzate a questa donna saggia e piena di Dio, che tanti le inviavano da ogni dove. Un numero sempre maggiore di nobili ragazze bussavano alla sua porta, ma la comunità femminile di Disibodenberg rimaneva una misera appendice del grandioso convento. Così lentamente Ildegarda maturò l'idea di fondare lei stessa un nuovo convento. L'ispirazione divina le suggerì la collina di Rupertsberg, luogo ameno, ma selvaggio e disabitato, situato a 25-30 km da Disibodenberg, vicino alla città di Bingen, alla confluenza della Nahe nel Reno. Però furono tali le resistenze e le difficoltà che si frapposero, in primis le resistenze dei monaci di Disibodenberg, che Ildegarda si scoraggiò e pensò di rinunciare all'idea. Per il grande travaglio cadde ammalata, e solo quando lei e le sue monache poterono finalmente partire, improvvisamente guarì. Gli aiuti per la costruzione del nuovo convento arrivarono generosi, ma solo verso il 1150 gli edifici cominciarono ad accogliere la ventina di monache della comunità.
La vita a Rupertsberg dovette essere molto dura, agli inizi, e l'indipendenza costò non poco alle monache, tanto che una parte di loro se ne andarono; fra di esse anche la discepola preferita di Ildegarda, Riccarda, che allettata dall'offerta di un suo potente fratello, arcivescovo di Brema, divenne badessa di Birsin (morendo però solo un anno dopo). La situazione del convento gradualmente migliorò, grazie a nuove donazioni; nel 1152 fu consacrata la chiesa del convento e probabilmente per questa occasione Ildegarda scrisse la sua opera musicale Ordo virtutum (La schiera delle virtù), grande esempio delle sue doti musicali. I rapporti con Disibodenberg rimasero però tesi, perché i monaci non volevano cedere beni e terreni che molte delle monache avevano portato in dote a quel convento. La tensione arrivò al massimo nel 1155, quando l'abate Kuno pretese che anche Volmar, che si era trasferito a Rupertsberg con le monache, tornasse indietro. Allora Ildegarda stessa raggiunse a cavallo Disibodenberg, presentandosi senza preavviso davanti a Kuno; l'abate fu costretto a convocare il capitolo, a riconoscere i suoi torti ed a concedere alle monache quello a cui avevano diritto, compreso la guida spirituale di Volmar. Alla morte di Kuno, avvenuta l'anno dopo, Ildegarda concluse un accordo con il suo successore, per uno scambio di terreni fra i due conventi che garantì una buona stabilità a Rupertsberg. Il convento si consolidò ulteriormente quando Ildegarda ottenne la protezione dell'arcivescovo di Magonza e nel 1163 dello stesso imperatore, Federico Barbarossa. Con l'imperatore Ildegarda aveva avuto buoni rapporti fin dal 1154, quando egli, colpito dalla sua fama, l'aveva invitata nel suo castello di Ingelheim. Ciò non le impedì di prendere risolutamente posizione contro di lui, a favore del papa legittimo Alessandro III, quando l'imperatore entrò in contrasto col papato, e fece eleggere due successivi antipapi. Gli indirizzò diverse lettere rivolgendogli, in nome di Dio, parole molto forti: "…Colui che è dice: la ribellione la distruggo e la resistenza di coloro che mi si oppongono l'anniento... Guai, guai alle male azioni dei sacrileghi che mi disprezzano!". L'imperatore non si vendicò, ma non rispose ed il legame con Ildegarda si spezzò. Sotto la saggia guida di Ildegarda, la comunità di Rupertsberg viveva nella gioia e nella concordia, suscitando ammirazione ovunque. Così scrive il monaco fiammingo Viberto (che si era recato nel 1177 a visitare Rupertsberg, e che vi rimase come ultimo segretario di Ildegarda): "La madre circonda le figlie con tale amore, e le figlie si sottomettono alla madre con tale reverenza, che si stenta a distinguere se siano le figlie o la madre a riportare la vittoria. Praticano con zelo letture e canti e le si può vedere intente a scrivere libri, a tessere paramenti sacri o dedite ad altri lavori manuali". In questo periodo Ildegarda scrisse anche la seconda sua opera più importante, il Liber vitae meritorum (Libro dei meriti della vita). Il convento di Rupersberg attirava sempre più giovani, così che dopo dieci anni dalla fondazione cominciò a diventare insufficiente. Ildegarda cercò allora un altro luogo, e lo trovò non troppo distante, sulla riva opposta del Reno, ad Eibingen, dove esisteva un convento agostiniano semidistrutto. Ildegarda si accordò con la proprietaria di quei luoghi, gli edifici furono ricostruiti e già nel 1165 le prime monache cominciarono a risiedervi. Ildegarda, due volte la settimana attraversava il Reno per assistere le sue monache del nuovo convento; questi aumentati impegni non le impedirono comunque di iniziare l'altra sua opera principale, il Liber divinorum operum (Il libro delle opere divine). Ormai anziana, ma piena di energie, Ildegarda non mancò di portare la sua parola, fatto straordinario per una donna, lontano dal suo convento, compiendo quattro grandi viaggi di predicazione. Il primo iniziò alla fine degli anni '50 e la condusse lungo il fiume Meno. Il secondo si svolse nel 1160; dapprima Ildegarda predicò a Treviri, poi risalì il corso della Mosella fin dopo Lothringen, l'ultima tappa fu Metz. Tra il 1161 e il 1163 discese il Reno e visitò le città di Boppard, Andernach, Sieburg, Colonia e Werden. Il quarto viaggio fu intrapreso verso il 1170 ed ebbe per meta la Svevia; là predicò a Maulbronn, Hirsau e Zwiefalten. La predica che tenne il giorno di Pentecoste a Treviri è giunta fino a noi: "Io povera creatura, a cui mancano salute, vigore, forza e istruzione, ho udito nella luce misteriosa del vero volto le seguenti parole per il clero di Treviri: i doctores e magistri non vogliono più dar fiato alla tromba della giustizia, perciò e scomparsa in loro l'aurora delle opere buone: se non espiate i vostri peccati, dai nemici verrà alla città un castigo di fuoco". L'eccezionale autorità spirituale che Ildegarda aveva guadagnato le permetteva tale decisione e durezza. Così non esitò a eseguire l'incarico divino di cui si sentiva investita, anche se in questo periodo le malattie la tormentavano in modo particolare (con sottile autoironia scriveva: "Perché non insuperbisca Dio mi ha costretta a letto"). Anche a Colonia fu molto dura con il clero locale: "Per la vostra disgustosa ricchezza ed avidità, nonché per altre vanità, non istruite i vostri sottoposti", ma altrettanto decisa contro l'eresia dei catari, i puri, che si era diffusa anche in quella città. Ildegarda era ormai vecchia, ma non le furono risparmiate ulteriori prove. Nel 1173 morì il suo fedele consigliere ed amico Volmar, ed ella dovette combattere a lungo, rivolgendosi anche al papa, perché l'abate di Disibodenberg le concedesse un nuovo assistente, Goffredo, che morì però presto, nel 1176. Nel 1178 la sua pietà per un giovane cavaliere morto a Bingen, al quale aveva concesso la sepoltura nel cimitero di Rupertsberg, le costò una lunga disputa col clero di Magonza. Secondo i canonici della cattedrale quel cavaliere si era macchiato di un grave crimine, era stato scomunicato, perciò non poteva avere una sepoltura religiosa e Ildegarda doveva allontanare subito il nobile dalla terra consacrata, altrimenti il convento sarebbe stato colpito dall'interdetto. Ildegarda sapeva che il cavaliere si era pentito e confessato prima della morte. Non volle cedere all'intimazione e cancellò ogni traccia della sepoltura. Si preparò alla difesa e si recò personalmente a Magonza a sostenere le sue ragioni. Ma non riuscì a convincere i prelati, che confermarono l'interdetto. Allora l'indomita Ildegarda trovò il modo di mettersi in comunicazione direttamente con l'arcivescovo di Magonza, Cristiano, che in quel periodo era Roma. Da lontano egli ordinò un'indagine, che sembrò chiarire la vera dinamica delle vicende, così che l'interdetto fu revocato. Ma la questione fu riaperta una seconda volta dagli ostinati canonici di Magonza, e solo una seconda perorazione diretta di Ildegarda all'arcivescovo, sempre lontano, riuscì a chiudere l'incidente. Ormai Ildegarda era molto vecchia e gli scontri con il capitolo del duomo di Magonza le avevano minato le forze. Le monache la sentivano sempre più spesso sospirare. "Vorrei essere liberata e stare vicino a Cristo", ed una notte la luce risplendette di nuovo in lei e le annunciò il giorno in cui sarebbe stata liberata dal peso del suo corpo. Tranquillamente Ildegarda si preparò alla morte, che sopravvenne nel giorno che le era stato predetto, il 17 settembre 1179, dopo che tutte le monache da lei radunate ebbero intonato, per un suo ultimo desiderio, canti nuziali.

Ildegarda e il suo rapporto con la vita monastica

La regola

La regola è il sicuro alveo nel quale scorre la vita dei monaci, ed anche se ogni grande famiglia monastica la "reinventa" e la sottolinea secondo il suo proprio carisma, da Agostino a Francesco d'Assisi essa non manca mai di costituire il fondamento su cui si costruisce la possibilità di una vita in comune. Ildegarda è benedettina, vive la regola, parla della regola e nei suoi scritti si rifà alla regola con allusioni, con citazioni che le vengono spontanee, nominando S. Benedetto assai più spesso di qualsiasi altro santo. Scrive anche una sorta di breve trattato sulla Regola di S. Benedetto, intitolato Explanatio regulae Benedicti, per rispondere a una richiesta fatta con grande deferenza e stima: "Ad Ildegarda, tempio dello Spirito Santo, reverenda sposa di Cristo, diletta da Dio, e stimatissima Maestra delle sorelle di santo Ruperto di Bingen..." da un cenobio di canonici agostiniani, i quali espressamente le chiedono un commento della regola di S. Benedetto: "... Infatti anche se voleste interpretare per noi tutta la santa Scrittura, nulla potreste offrirci che sia altrettanto utile a noi e da noi altrettanto ambito quanto la vostra esposizione della regola...". Introducendo la sua risposta Ildegarda dice di Benedetto che egli fu una ricca fonte dalla quale sgorgano le acque della saggezza divina. Egli pose il perno della sua dottrina non troppo in alto, né troppo in profondo, ma nel "centro della ruota". La ruota è immagine di Dio, del Dio incarnato: dunque Benedetto ha posto a misura, a regola della sua norma di vita, la vita di Cristo. Imitare la vita e la passione di Cristo non vuol dire però ricercare penitenze straordinarie: per Ildegarda la via che Benedetto ha tracciato è discreta e piana, mentre prima di lui la vita monastica era durissima, fatta solo di penitenza e di deserto (ella non ha mai disprezzo del corpo, che è al servizio dell'anima, ma ha i suoi diritti ed un alto valore). La virtù dell'obbedienza è lo specifico della regola: l'obbedienza impone di non seguire la propria volontà, ma di ritornare a Dio dal quale ci siamo allontanati per la pigrizia della disobbedienza. Nella regola la voce di Dio a cui obbedire non è una voce astratta, ma è la voce del superiore, dell'abate.

La cultura

La conoscenza è per la monaca benedettina Ildegarda un cammino di illuminazione che la impegna nel compito di trasmettere quanto ascolta e vede, non solo agli uomini del suo tempo, ma anche alle generazioni future. Per questo la sua prima opera scritta ha titolo Scivias: Conosci le vie, cioè presta attenzione, guarda, scruta le vie divine, tutti i percorsi, rettilinei e contorti, tutte le circostanze, nelle quali Dio ti viene incontro. Tutte le vie portano ad un'unica meta, pertanto in ogni circostanza si può desiderare Dio e conoscerlo. L'intera vita monastica insegna a coltivare il desiderio di Dio coltivando la devozione al cielo. "Tutta la tradizione benedettina, in particolare, - ha scritto J. Leclerq - si è modellata "sull'esistenza di San Benedetto: scienter nescia et sapienter indocta, essa raccoglierà l'insegnamento della dotta ignoranza, ne vivrà e la trasmetterà, la richiamerà e la terrà incessantemente presente all'attività culturale della Chiesa come un paradosso necessario..." Tale paradosso ha una straordinaria potenza e forza persuasiva in Ildegarda, nell'espressione della sua conoscenza per illuminazione o per visione. La sua vita monacale, noviziato che la esercita alla vita eterna, diventa luogo e tempo della sua missione, esercizio che apre tutti alla visione della stessa eternità e al cammino necessario per raggiungerla. La sua dotta ignoranza, la sua sapienza, tutta merito dell'opera di Dio nel debole vaso d'argilla della sua umanità, la abilita ad annunciare con forza all'uomo di tutti i tempi la sua possibilità e capacità di conoscere il significato proprio e del mondo. Ella può pertanto chiamare in causa radicalmente la libertà umana, posta ad ogni passo ad un bivio, nella scelta tra Cristo e l'anticristo. Può avvertire che, lontano da Dio, l'uomo non conosce il bene, poiché, "andando tastoni, può solo ammiccare con occhi ciechi, ma, nell'ombreggiato vigore conoscitivo della carne terrena, non vive affatto in modo autentico." La sua sapienza umana e divina è stata di grandissima utilità ai monaci del suo tempo, a persone di ogni tipo, ai poveri e ai potenti. A tutti Ildegarda, riproponendo le verità della fede e la sua concreta storicità nella Chiesa, ha prestato soccorso affinando "le orecchie della percezione interiore" perché potessero aspirare "con carità ardente" a tutto ciò che è specchio di Dio e a Dio stesso. Ildegarda non si fidava ciecamente di se stessa. Cercò tutte le conferme necessarie, poiché sapeva che la verità del contenuto dei suoi scritti era fatto di primaria importanza. Quando già aveva presso di sé, come magister e segretario, Volmar, quando già l'Arcivescovo e il capitolo del Duomo di Magonza l'avevano confermata a scrivere, cercò il giudizio e il conforto di Bernardo di Chiaravalle, il grande monaco cistercense, nel 1146: "Certissime et mitissime Pater, audi me, in tua bonitate, indignam famulam tuam... Bone Pater et mitissime, pono me in animam tuam, ora pro me, quia magnas labores in hac visione habeo." "Provo una grande pena - prosegue - in questa visione, non sapendo fino a che punto posso dire quello che ho visto e udito. Sì, talvolta, poiché taccio, vengo costretta a letto da tale visione con forti dolori, così da non riuscire più ad alzarmi... Sono istruita solo interiormente, nell'anima mia. Perciò parlo come nel dubbio... Più di due anni fa mi sei apparso in visione come un uomo che guarda verso il male senza paura, che anzi è molto audace. E ho pianto, perché io spesso arrossisco e mi vergogno... Però ora mi sollevo e corro a te: tu non vieni stroncato, ma guardi fisso verso l'albero e sei vittorioso sull'anima. E non elevi solo te stesso, ma sollevi anche il mondo nella direzione della salvezza. Tu sei l'aquila che guarda verso il sole... Venerabile padre Bernardo, per forza di Dio, sei meravigliosamente posto nel più alto onore. Tu sei causa di terrore per la follia di questo mondo... Padre, ti prego per il Dio vivente: ascolta le mie domande... per il tuo paterno amore e la tua saggezza, indaga nell'anima tua, così come te lo suggerisce lo Spirito Santo e, dal profondo del cuore, dona conforto alla tua serva." Bernardo le rispose, nel 1147 durante un suo iter germanicum: cauto, prudente, riferì tutto alla grazia di Dio: "Alla diletta in Cristo figlia Ildegarda, il fratello Bernardo, noto come abate di Clairvaux, invia la preghiera di un peccatore, se può qualcosa. Che dalla mia pochezza tu sembri avere un'opinione ben diversa da quella che ne ha la mia coscienza, credo sia da attribuire solo alla tua umiltà. Ma non ho affatto trascurato di rispondere alla lettera che ti ha dettata la tua carità, benché il cumulo degli affari mi obblighi a farlo molto più brevemente di quanto vorrei. Mi rallegro per la grazia di Dio che si manifesta in te. E per quanto è in me ti esorto e ti prego di considerarla proprio come grazia e di adoperarti a corrisponderle con tutto lo slancio dell'umiltà e della devozione, sapendo che "Dio resiste ai superbi concede la grazia agli umili" Del resto, dato che in te c'è un'intima consapevolezza e un'unzione che tutto rivela, che cosa ho da insegnare o da ammonire io? Piuttosto ti prego e ti chiedo supplichevolmente di ricordarti di me presso Dio e insieme di coloro che sono collegati con me nel Signore in unione spirituale."

Le opere

Le tre opere più imponenti di Ildegarda sono i suoi scritti visionari-teologici. Nello SCIVIAS (Conosci le vie), scritto fra il 1141 ed il 1151, in trentacinque visioni c'è la storia della salvezza incominciando dalla creazione dell'uomo e dal suo primo peccato, per arrivare fino all'ultimo giorno; la prima parte tratta dell'opera creatrice di Dio Padre, la seconda dei sacramenti, la terza della vita interiore dell'uomo, la sua intima lotta e le virtù quale mezzo per salire a Dio. La seconda grande opera, LIBER VITAE MERITORUM (Libro dei meriti della vita), fu scritta fra il 1158 e il 1163, nella forma di un dialogo fra vizi e virtù, e tratta del grande tema della ricerca dell'armonia fra la legge di Dio e la volontà dell'uomo. Ildegarda esamina trentacinque virtù e trentacinque vizi e descrive la sorte degli uomini beati e quella di coloro che hanno sciupato la loro vita. Nella terza opera, LIBER DIVINORUM OPERUM (Libro delle opere divine), scritta fra il 1161 e il 1173, Ildegarda in dieci visioni descrive la Creazione nel suo stretto rapporto con Dio, riprendendo l'immagine dell'uomo in una struttura complessa di rapporti fra microcosmo e macrocosmo. Ildegarda sostiene che l'interazione e l'armonia nella molteplicità del cosmo sono garantite fintanto che l'uomo obbedisce al suo creatore. L'uomo può uscire dall'ordine, può violarlo, ma il male porta con sé il castigo. Di quest'opera ci è rimasta un'antica copia, riccamente illustrata, conservata presso la Biblioteca Statale di Lucca. Molto interesse hanno suscitato negli anni recenti le sue opere medico-scientifiche. È Ildegarda stessa che ricorda di aver scritto delle opere mediche: i due trattati PHYSICA e CAUSAE ET CURAE si possono perciò collocare fra il 1151 ed il 1158. Di queste due opere non esistono manoscritti di epoca vicina a Ildegarda, ma solo copie più tarde. Rimangono perciò molti dubbi se ci siano state delle indebite aggiunte posteriori, anche perché alcune idee in esse espresse (sulla magia, sull'influsso degli astri) sono in contrasto con tutta la concezione di Ildegarda. Anche la produzione musicale di Ildegarda è molto vasta. Le sue 77 composizioni, inni, antifone, sequenze e canzoni (lieder) sono da lei raggruppate sotto il titolo SYMPHONIA HARMONIAE CAELESTIUM REVELATIONUM (Sinfonia dell'armonia delle rivelazioni celesti); furono probabilmente in gran parte scritte negli anni '50 e completate dopo la scrittura del Liber divinorum operum. A queste composizioni va aggiunto l'ORDO VIRTUTUM (La schiera delle virtù) un'opera destinata ad una specie di sacra rappresentazione in musica. La produzione musicale di Ildegarda ci è giunta attraverso due differenti codici, conservati uno in Belgio ed uno in Germania. Di grande importanza è anche tutta la corrispondenza di Ildegarda; le più di 300 lettere che ci sono pervenute sono indirizzate a personalità dell'intero occidente, papi, imperatori e re, vescovi, abati e badesse, sacerdoti e monaci ed anche laici. Infine si può menzionare un'opera strana e curiosa, costituita da diversi scritti crittografici, composti in una "lingua inventata", che ci sono pervenuti, ma non sono stati tuttora decifrati.

Ildegarda e alcuni dei suoi contributi

Gli uomini hanno elaborato vari modelli dell'universo nelle loro diverse stagioni culturali, scenari di sfondo, provvisori e insieme essenziali, perché capaci di 'salvare', di preservare le apparenze, nel senso di raccogliere tutti i fenomeni in una unità di senso e di realtà. Il modello medievale, normalmente, non interessava gli uomini spirituali, volti concretamente ai problemi dell'anima, alla sua caduta e alla sua redenzione. Questi anzi nutrivano una certa diffidenza nei suoi confronti anche per il fatto che, allora, cosmologia e religione non erano "semplicisticamente solidali". Il modello medievale, oggi lo sappiamo, era frutto di fantasia; non possiamo però dire che fosse falso o menzognero. L'immaginazione medievale si esercitò in esso con una straordinaria capacità produttiva, alla quale certamente Ildegarda ha partecipato e attinto allo stesso tempo con grande libertà. Le sue visioni sono infatti anche originali, straordinarie figurazioni intellettuali ed immaginifiche (poiché Dio le parlava dall'interno della sua cultura), sviluppate sulla base dell'immaginario collettivo medievale, nel quale erano attivi elementi naturalistici e astrologici ereditati dall'antichità precristiana. Anche da questo punto di vista l'opera di Ildegarda attende accurati studi. Le importantissime miniature delle sue visioni a noi pervenute (quelle dello Scivias furono elaborate molto probabilmente sotto la sua guida) sono immagini simboliche statiche; la santa vedeva invece immagini dinamiche, che mostravano lo svolgimento della storia della salvezza ed erano accompagnate dalla "voce della luce vivente", la "voce di colui che siede sul trono". Alle parole e alle immagini di Ildegarda occorre prestare un ascolto e uno sguardo memori di quanto ella stessa diceva di sé: "malata di pusillanimità di cuore e ripetutamente paralizzata dalla paura, talvolta risuono come un debole squillo di tromba della luce vivente. Mi aiuti Iddio a perseverare al suo servizio."

La visione unitaria del mondo

Per lunghi secoli, e con sviluppi importanti nelle età precristiane e quelle cristiane, si sono conosciute le relazioni di somiglianza, veicolate da identiche rappresentazioni immaginarie, tra le strutture dell'uomo e quelle del mondo. Se al primo si è guardato come ad un universo completo ma miniaturizzato, un microcosmo, il secondo è stato visto come un Corpo Totale, un Tutto umanizzato. Già nel VII secolo Gregorio Magno aveva detto: "Homo quaedammodo omnia" l'uomo è - in un certo modo - tutte le cose, racchiude in sé tutti gli ordini della natura (minerale, animato, spirituale) e, più profondamente, i quattro elementi dell'universo (aria, acqua, fuoco, terra). Nei primi decenni del XII secolo il tema del microcosmo ebbe grandissima diffusione, divenne una dottrina a partire dall'interpretazione che, nel IX secolo, ne aveva dato Scoto Eriugena. La scuola teologica di Chartres fu il luogo privilegiato dell'approfondimento di questa dottrina, che fa riferimento al Timeo di Platone, fondato sul parallelismo tra macrocosmo e microcosmo. I monaci cistercensi la fecero propria e la arricchirono; prestissimo la si trovò espressa e condivisa in tutti i centri di cultura, partecipata a tutte le mentalità. L'architettura dell'universo allora nota era quella tolemaica, con la Terra sferica al centro, i sette pianeti fissi sui sette cieli attorno ad essa, lo stellatum su cui appoggiavano tutte le stelle. Dopo questo stava il Primum mobile invisibile, dopo del quale si riteneva non esistesse "né luogo, né vuoto, né tempo" come aveva detto Aristotele. La cartografia medievale della Terra, la mappa mundi, era qualcosa a metà strada fra una realtà geografica , un racconto storico, un universo simbolico. Non serviva al mercante e al pellegrino, era una visione di sintesi spesso offerta ad un vasto e vario pubblico nelle chiese o nei conventi. Se il tipo iconografico più diffuso nel medioevo del rapporto fra microcosmo e macrocosmo, era la figura umana al centro di uno o più anelli su cui si trovavano raffigurati i segni dello zodiaco, un motivo nuovo o per la prima volta elaborato con chiarezza è quello proposto da Ildegarda nel Liber divinorum operum: l'uomo "splendore di bellezza e di luce" è rappresentato come il nucleo centrale di un cosmo a cerchi concentrici, abbracciati da Dio uno e trino. L'immagine ha una struggente somiglianza con quella della Trinità della stessa Ildegarda, che porta al centro Cristo. Il Rinascimento avrebbe ripreso questa iconografia solo nelle componenti geometrico-proporzionali, affidando ad esse il valore di allusione cosmologica. La grande battaglia di Ildegarda è contro l'autonomia umana, contro l'uomo regolato su di sé e pieno di sé, contro l'uomo che parla con spirito di empietà: "Non voglio ubbidire né a Dio, né a qualsiasi uomo! Voglio assicurarmi da solo ogni possibilità che possa recarmi vantaggio, come farebbe qualsiasi uomo che non sia pazzo!" Quest'uomo causa il lamento terribile di tutta la creazione: "E udii - scrive la santa - come gli elementi si volsero a quell'Uomo con un urlo selvaggio. E gridavano: 'Non riusciamo più a correre e a portare a termine la nostra corsa come disposto dal Maestro. Perché gli uomini con le loro cattive azioni ci rivoltano sottosopra come in una macina. Puzziamo già come peste e ci struggiamo per fame di giustizia.'" Cristo, vincitore di Satana, le dice tuttavia: "Io, suprema forza di fuoco, che accese ogni scintilla di vita, da cui nulla uscì di mortale, io decido di tutto ciò che è. Al cerchio dell'universo con le mie ali, cioè volandogli intorno con la mia sapienza, ho dato il giusto ordine. E di nuovo io, infiammata vita del divino essere originario, scintillo sulla bellezza dei terreni dei campi, brillo nelle acque, ardo nel sole, nella luna, nelle stelle. Con un soffio di vento, invisibile vita che dona pienezza, tutto trasformo in vita... Dunque io sono la forza di fuoco che segretamente riposa in tutto questo, tutto arde grazie a me, come il respiro tiene incessantemente in vita l'uomo e come nel fuoco si leva una fiamma accesa... Io sono anche la ragione che dispone del soffio del Verbo tonante, da cui ogni creatura venne creata, in ogni creatura ho destato il mio soffio di vita affinché nulla fosse prigioniero della mortalità, perché io sono la vita... Poiché da sempre, fin dall'eternità, era chiaro che Dio voleva veder creata la sua opera personale, l'uomo, e quando ebbe realizzato tale opera, a lei consegnò tutte le creature, affinché, servendosi di loro, anche l'uomo compisse le proprie opere, così come a sua volta Dio stesso aveva creato la sua opera, appunto l'uomo." "L'uomo è il recinto delle meraviglie di Dio".

La storia

Gli uomini del medioevo hanno fatto della storia del mondo un'unica vicenda, con un intreccio i cui snodi fondamentali sono la Creazione, la Caduta, la Redenzione, il Giudizio. Conoscere la storia era dunque per loro conoscere il destino dell'umanità, nel suo percorso terreno e in quello ultraterreno. È difficile mettersi nei loro panni, a riguardo di questo problema: "Nel medioevo si guardava al passato come se fosse contemporaneo; poiché si ignoravano le più ovvie e superficiali distinzioni tra i secoli, non si pensava minimamente di considerare e conoscere le differenze più profonde del temperamento e del clima mentale... Il passato si differenziava dal presente solo perché era migliore. Ogni epoca pullulava di amici, antenati, protettori." (Lewis). Quel passato e i suoi protagonisti aiutavano gli uomini ad affrontare le scelte del presente, poiché tutti erano consapevoli che unico, misterioso, terribile e carico di misericordia al tempo stesso, era il dramma della storia. Il senso e lo scopo della storia umana furono problemi profondamente meditati da Ildegarda e dal suo contesto monastico. Ma - ha scritto giustamente Gronau - ella non era interessata "al mutamento delle forme della storia dell'umanità. Non perché, come claustrale, vivesse segregata dal resto del mondo. Il suo cuore era aperto solo in una direzione, il suo sguardo era orientato verso una sola cosa: il senso e lo scopo della storia dell'umanità. Ella scriveva esclusivamente di quello che in esso è importante... nella prospettiva della rivelazione divina ed è certa che solo in questa prospettiva l'uomo può realmente conoscere il suo vero posto nella storia e assolvere il proprio compito..." Per lei dunque la storia è il dramma del contrasto tra Dio e il suo avversario, un dramma che si svolge nello spazio-tempo della terra e che si conclude solo quando Dio vince definitivamente il nemico suo e dell'uomo. La storia dell'uomo, di ogni uomo, è per lei la sequenza di episodi piccoli e grandi, carichi di tensione e di sorprese a causa della libertà dell'uomo, della infinita misericordia di Dio e dello spazio lasciato da Dio stesso ai movimenti del demonio. Quando sulla scena del mondo, con Gesù Cristo, appare colui che può e vuole strappare gli uomini alla morte dell'anima, l'uomo viene collocato in una nuova, inedita, posizione: "Quando egli, l'Agnello innocente, è stato innalzato sull'altare della croce per la salvezza degli uomini, ivi, nella più pura bellezza della fede e di ogni altra virtù, dal nascondimento in Dio, apparve improvvisamente la Chiesa, profondo e non misurabile mistero. Essa venne affidata nel cielo al Figlio unigenito. Cosa significa questo? Nel momento in cui è sgorgato sangue dal fianco ferito di questo mio Figlio, allora si è manifestata la salvezza delle anime. Ora, infatti, quello splendore dal quale era stato cacciato il diavolo con il suo seguito è assegnato all'uomo. Poiché proprio questi, il Figlio mio unigenito, prese su di sé la morte con la sua crocifissione, strappò all'inferno il suo bottino e guidò le anime dei fedeli alle sfere celesti. Così, nei suoi discepoli e in coloro che li hanno seguiti con cuore sincero, incominciò presto a fiorire e a rafforzarsi la fede, così hanno potuto diventare eredi del regno dei cieli". Se, fino alla fine dei tempi, lungo tutto il percorso della storia che Dio vuol concedere alla stirpe degli uomini, il dramma è aperto, la libertà dell'uomo è continuamente chiamata in causa, Dio, il regista del dramma, offre nella Chiesa un misterioso e potente sostegno, pur ammonendola che: "Il terribile assassino dell'uomo, il figlio della corruzione, verrà tra non molto, poiché già il giorno declina e il sole rallenta la sua corsa." Alla fine della storia, Gesù Cristo giudicherà il mondo. Allora: "Quando è terminato il giudizio, cessa anche l'infuriare degli elementi, cessano i lampi, tuoni, tempeste, tutte le cose cadenti e caduche si disgregano, non tornano più, si stabilisce una meravigliosa pace e tranquillità, come voleva Dio. È terminato il dramma della storia: et finitum est." Il mistero della storia si intreccia dunque profondamente col mistero della Chiesa, nella quale l'uomo fa esperienza di essere capace di salvezza; in altri termini, in Ildegarda "il compimento della creazione avviene nella Chiesa" (Schmidt), che è garanzia dell'amore costante di Dio alla sua creazione. Nella Chiesa all'uomo, microcosmo nel grande macrocosmo dell'universo, sono offerti futuro e salvezza. Essa, popolo nuovo, è la torre salda eretta da Dio dove gli uomini possono fermamente fronteggiare il nemico. È una torre aperta al mondo, perché tutti possano entrarvi.

L'eredità di Ildegarda

A conclusione di un dolorosissimo episodio, capitato nel convento di Ildegarda, nel quale ella aveva mostrato grande obbedienza insieme a forza morale di straordinaria tenuta, Christian, l'Arcivescovo di Magonza, così iniziava la lettera di riconciliazione: "Con i segni manifesti della tua santa condotta di vita e la sorprendente testimonianza della verità, o carissima signora in Cristo, i tuoi ordini, per non dire le tue preghiere, esercitano un forte potere sulla nostra anima, tanto che dobbiamo orientare e chinare il nostro cuore a tutto ciò che sappiamo corrispondere ai tuoi santi desideri..." Alla 'carissima signora in Cristo' tornano a guardare gli uomini di oggi, con meraviglia e ammirazione. Raramente però essi sono in possesso degli strumenti indispensabili per comprendere il suo messaggio e per condividerne l'umanità. Ildegarda infatti si è resa disponibile ad essere eco di una Voce, che dall'eternità penetra continuamente nel tempo e nello spazio, con una docilità e una semplicità di intenzioni, che non possono essere capiti con immediatezza dall'uomo d'oggi. Il suo convento, la Chiesa del suo tempo, la civiltà cristiana, in tutti i suoi aspetti, di una stagione ricca di frutti, sono matrici non occasionali della sua personalità, in tutte le sue espressioni. L'affettuosa tenerezza delle sue compagne di viaggio, le monache del suo convento, che hanno conosciuto la stessa matrice di fede e cultura, è stata premiata da Dio, alla morte di Ildegarda, con un grande segno: "Con la sua morte Dio mostrò chiaramente i meriti che essa aveva presso di lui. In cielo, al di sopra della stanza nella quale la beata vergine restituì a Dio l'anima beata, apparvero due luminosissimi archi di diverso colore. Essi occupavano uno spazio molto esteso e si allungavano verso i quattro punti della terra, uno da nord a sud e l'altro da est a ovest. Nel punto più alto in cui si incontravano i due archi brillava una luce chiara a forma di luna. Essa splendeva in lontananza e sembrava dissipare le tenebre notturne dal letto di morte. In tale luce si vedeva una croce rossa splendente, in un primo momento piccola, poi però sempre più grande, fino a raggiungere dimensioni gigantesche. La croce era attorniata da cerchi di vari colori nei quali si formavano altre piccole croci rosse splendenti. Dopo essersi allargate nel firmamento, si allungavano ancora verso est e sembravano chinarsi sulla terra proprio sopra la casa in cui la beata vergine era passata a miglior vita, avvolgendo tutto il monte di luce radiosa. Ci viene spontaneo credere che con un segno simile Dio abbia voluto manifestare su questa terra con quale pienezza di luce ha magnificato in cielo la sua amata." In questo segno è forse racchiuso il senso globale dell'eredità di Ildegarda: ogni uomo, come lei, è destinato ad una pienezza di luce che il creato, nel suo splendore, in qualche modo anticipa e che Cristo ha preannunciato nel sacrificio della croce. A lei, carissima signora in Cristo, cioè donna che ha concentrato la sua vita in una devozione senza riserve a Cristo, si volge da più una attenzione misteriosamente inscritta in quel desiderio di Dio che non abbandona mai l'uomo, per sua fortuna. "... la Chiesa desidera ringraziare la Santissima Trinità per il 'mistero della donna' e per ogni donna... La chiesa ringrazia per tutte le manifestazioni del 'genio' femminile apparse nel corso della storia, in mezzo a tutti i popoli e a tutte le nazioni; ringrazia per tutti i carismi che lo Spirito Santo elargisce alle donne nella storia del popolo di Dio, per tutte le vittorie che Essa deve alla loro fede, speranza e carità; ringrazia per tutti i frutti di santità femminile." (Giovanni Paolo II, Mulieris dignitatem).
 
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«Cristo non scelse come pietra angolare il geniale Paolo o il mistico Giovanni, ma un imbroglione, uno snob, un codardo: in una parola, un uomo. E su quella pietra Egli ha edificato la Sua Chiesa, e le porte dell'Inferno non hanno prevalso su di essa. Tutti gli imperi e tutti i regni sono crollati, per questa intrinseca e costante debolezza,
che furono fondati da uomini forti su uomini forti. Ma quest'unica cosa, la storica Chiesa cristiana, fu fondata su un uomo debole, e per questo motivo è indistruttibile. Poiché nessuna catena è più forte del suo anello più debole»


Gilbert Keith Chesterton, Eretici








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IMPRONTE
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"Una cosa era certa: Dio, ella lo sapeva, aveva stretto un patto con lei, un patto d'amore col quale la legava a sé in eterno, indipendentemente dalla sua volontà, dai suoi pensieri terreni, questo amore era esistito sempre in lei, aveva agito come il sole sulla terra che dà alla fine i suoi frutti. Questi frutti nessuno avrebbe potuto distruggerli, né il fuoco dei desideri carnali, né l'orgoglio, né l'ira folle. Era stata serva di Dio, anche se ribelle, restia, infedele nel cuore, con una preghiera falsa sulle labbra; una serva maldestra, insofferente davanti alla fatica, indecisa, ma Dio aveva voluto mantenerla lo stesso al suo servizio".

(S. Undset, Kristin figlia di Lavrans, Rizzoli)

 
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i cristeros e la massoneria

i cristeros e la massoneria Cristiada, Storia di un genocidio in Messico e della rivolta dei Cristeros https://youtu.be/gapuNTqnf1A
TRAMA

La trama di Cristiada (2012). Ricostruzione della Guerra dei Cristeros, la ribellione contro il governo messicano che infiammò il paese tra il 1926-1929 in seguito al tentativo del governo di secolarizzare lo stato eliminando l'influenza della Chiesa Cattolica avvenuto nel 1917.

Cristiada (2012) - Film - Movieplayer.it

https://movieplayer.it/film/cristiada_26969/
RECENSIONE

La Guerra Cristera, conosciuta anche con il nome di Cristiada, è stata un devastante conflitto che, nell'arco di tre anni, ha visto scontrarsi il Governo guidato dal Presidente Plutarco Elías Calles e una larga parte della popolazione messicana, i cosiddetti Cristeros, impegnati in una rivolta allo scopo di riconquistare il diritto alla professione del culto cattolico, proibito dalla Legge Calles nel 1926. Una guerra civile dall'impatto sanguinoso, che è costata al Messico circa ottantamila vittime e che si sarebbe protratta anche dopo gli accordi del 1929, con successivi episodi di violenza e di ribellione. Una pagina di tragica importanza per …

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Recensione Cristiada (2012)


Le fasi salienti della Guerra Cristera, combattuta in Messico fra il 1926 e il 1929 per rivendicare la libertà di culto, sono ricostruite nel kolossal storico diretto dall'esordiente Dean Wright e interpretato da Andy Garcia, Oscar Isaac, Eva Longoria e Peter O'Toole.


La Guerra Cristera, conosciuta anche con il nome di Cristiada, è stata un devastante conflitto che, nell'arco di tre anni, ha visto scontrarsi il Governo guidato dal Presidente Plutarco Elías Calles e una larga parte della popolazione messicana, i cosiddetti Cristeros, impegnati in una rivolta allo scopo di riconquistare il diritto alla professione del culto cattolico, proibito dalla Legge Calles nel 1926.

Una guerra civile dall'impatto sanguinoso, che è costata al Messico circa ottantamila vittime e che si sarebbe protratta anche dopo gli accordi del 1929, con successivi episodi di violenza e di ribellione. Una pagina di tragica importanza per la storia messicana, che nel 2012 è stata rappresentata al cinema con il film Cristiada (titolo internazionale: For Greater Glory), girato nell'arco di tre mesi nell'estate del 2010, con un budget di dodici milioni di dollari e una post-produzione che si è prolungata per un anno e mezzo.

Kolossal storico in formato da esportazione
Andy Garcia in una scena di Cristiada

Un progetto ambizioso, quello di Cristiada: sia per l'ingente sforzo in termini di realizzazione, sia per la difficoltà nel coniugare la cronaca storica con la parabola umana dei vari personaggi, oltre all'opportunità di innescare inevitabili parallelismi fra la repressione anti-cattolica nel Messico degli anni Venti e gli innumerevoli massacri che ancora oggi, nei più lontani angoli del mondo, chiamano in causa la fede religiosa. Dal punto di vista storico, la sceneggiatura di Michael Love prende spunto da un libro dello studioso Jean Meyer, The Cristero Rebellion, mentre la regia è affidata all'esordiente Dean Wright, direttore degli effetti speciali de Le cronache di Narnia: il Leone, la Strega e l'Armadio, nonché supervisore per la trilogia de Il signore degli anelli: presumibilmente, nell'intento di conferire un afflato epico quanto più possibile ampio ed un alto tasso di spettacolarità della messa in scena, che si sviluppa nell'arco di quasi due ore e mezza facendo convergere progressivamente le storyline legate ai diversi protagonisti. Protagonisti che, per conferire un maggiore appeal internazionale al prodotto, hanno i volti di attori più e meno noti del panorama hollywoodiano: da una "vecchia gloria" dalla popolarità un po' appannata come Andy Garcia al divo emergente Oscar Isaac (prima della sua consacrazione con A proposito di Davis), oltre alla star della TV Eva Longoria e, nel breve ma significativo ruolo dell'anziano padre Christopher, un attore leggendario quale Peter O'Toole, in una delle sue ultime apparizioni sullo schermo.
Una cronistoria di sterile didascalismo
For Greater Glory: Santiago Cabrera in una scena

Prescindendo dall'apporto del cast, tuttavia, un genere come il dramma storico, specialmente se incentrato su un confronto paradigmatico (la repressione operata da un Governo dittatoriale e la rivendicazione di una primaria libertà dell'individuo), può essere affrontato secondo due approcci radicalmente differenti. Il primo consiste nel tentativo di utilizzare la Storia come veicolo di riflessione sul passato e sul presente, problematizzando gli eventi alla base della trama con una consapevolezza - culturale ma al contempo artistica - volta a creare una pluralità di livelli di lettura, sfidando magari lo spettatore a porsi degli interrogativi.

Il secondo tipo di approccio, al contrario, rinuncia a qualunque elemento di complessità (o di ambiguità) per rifugiarsi in uno sterile didascalismo da lezione scolastica, e arriva ad appiattire perfino la Storia pur di piegarla al servizio di un pathos ricercato a tutti i costi, spesso e volentieri ricorrendo a metodi forzati e ricattatori. E Cristiada è un film che, purtroppo, appartiene in tutto e per tutto alla seconda categoria: a livello di stile e di impostazione drammaturgica vorrebbe rifarsi all'esempio dei kolossal degli anni Cinquanta e Sessanta, ma risulta assai più prossimo ad un mediocre feuilleton televisivo (e ci riferiamo alla "brutta televisione"), mentre sul piano dei contenuti si adagia su un manicheismo da vecchia scuola che non serve neppure - come da intenzioni - a rendere adeguato omaggio alla causa dei Cristeros.
I protagonisti: funzioni narrative senza spessore
For Greater Glory: Eva Longoria è Tulita

Difatti non bastano le frequentissime scene di battaglia, né tantomeno l'accumulo parossistico di momenti patetici e di scene madri, per rievocare lo spirito e l'intensità emotiva che caratterizzavano i grandi affreschi epici: di questi illustri modelli, Dean Wright e Michael Love recuperano soltanto la dimensione più esteriore ed effimera, mentre Cristiada rivela fin da subito una drastica inconsistenza nel disegno dei protagonisti. A partire dal benevolo parroco di Peter O'Toole, passando per il giovanissimo e coraggioso chierico José Luis Sanchez (Mauricio Kuri), quelli del film non sono degli autentici personaggi, quanto piuttosto delle mere funzioni narrative, costruite a tavolino secondo i più classici stereotipi del caso e per nulla credibili nelle loro presunte 'evoluzioni'; inclusa quella dell'eroe di turno, il Generale Enrique Gorostieta (Andy Garcia), ateo che aderisce alla causa dei Cristeros per denaro ma, prima della fine del film, si scoprirà all'improvviso fervente cattolico, con tanto di discorsi altisonanti alle truppe che suonano come le parodie involontarie di quelli di Aragorn ne Il ritorno del re. Mentre resta ben poco da dire e da fare alle due interpreti femminili, Eva Longoria e Catalina Sandino Moreno, confinate in ruoli puramente decorativi e del tutto privi di spessore.
Eva Longoria con Andy Garcia in Cristiada
Conclusioni

Opera caratterizzata da un'enfasi esasperata ed irritante, nonché da un'irrimediabile superficialità tanto nello sviluppo della trama quanto nella raffigurazione dei personaggi, Cristiada è un kolossal storico intrappolato in un disarmante anacronismo, che sconta le banalità e i limiti di un cinema vecchio e stantio, incapace di parlare al presente, così come di restituire la dimensione epica del racconto. Un tonfo - artistico e commerciale - fragoroso quanto meritato.


Movieplayer.it

1.5/5


Recensione Cristiada (2012) - Movieplayer.it

https://movieplayer.it/articoli/recensione-cristiada-2012_13459/

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Recensione Cristiada (2012) - Movieplayer.it

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Documentario sulla Cristiada e i cristeros (sottotitoli in italiano) - YouTube
https://www.youtube.com/watch?v=zjrOO30AAxc

Nel 1917 il neoeletto presidente messicano Plutarco Elías Calles (Rubén Blades), avvia una violenta e implacabile repressione contro la fede cattolica, nel paese scoppia una guerra civile (indicata successivamente come guerra Cristera). Grazie al coraggio e al sacrificio dei Cristeros nel 1929 si arriva agli accordi tra le due fazioni, che pongono fine ai combattimenti.
Viene ristabilita così in parte la libertà religiosa.

Cristeros! Storia di un genocidio in Messico!

https://www.youtube.com/watch?v=gapuNTqnf1A
https://gloria.tv/post/rWrgg4Tg7xEy49NMGCmH9RyqC

Cristeros!Storia di un genocidio in Messico! – gloria.tv

La storia dimenticata dei martiri messicani contro la Massoneria!
www.famigliacattolica.blogspot.com


“Cristiada”, il film censurato in Italia
8 Agosto 2013





Gli appassionati di cinema sapranno che il film hollywoodiano “Cristiada”, diretto da Dean Wright con attori del calibro di Andy Garcia, Peter O’Toole e Eva Longoria, in Italia (e in molti Paesi) non è, non vuole essere e non sarà mai distribuito (alcuni parlano di vera e propria censura).

Il film si basa sulla guerra dei cristeros (1926 – 1929), combattuta dai cattolici messicani contro il governo anticlericale e massonico del presidente Plutarco Elías Calles che osteggiò e perseguitò violentemente la Chiesa cattolica. Il dittatore, fanatico robespierriano ed emulatore della Rivoluzione francese, adottò una Costituzione ossessivamente laicista, la cui ideologia massonico-leninista intendeva “modernizzare” il Paese liberandolo dalla «superstizione». Vennero espulsi preti e vescovi che si opponevano al progetto di una «chiesa nazionale» scissa da Roma e agli ordini del solo governo (come oggi in Cina). Seguirono abolizione degli ordini religiosi, confische, divieto di ogni attività per i cattolici. Chiese, conventi, seminari, scuole, istituti di carità, furono chiusi o confiscati, fino ad impedire l’accesso ai sacramenti ai fedeli. La popolazione cominciò così una protesta non violenta, ma la totale assenza di libertà religiosa fece impugnare le armi ad alcuni, sostenuti dal popolo e dai sacerdoti.

Se Cesare diventa un tiranno, il popolo ha diritto di difendere la propria libertà, la propria anima.
I generali dell’Esercito Federale pensavano di sconfiggere in breve tempo quegli insorti inesperti e male organizzati, guidati dal generale ateo ed eroe di guerra Enrique Gorostieta.


Nonostante l’appoggio logistico degli Usa che consentiva ai federali di non cedere, l’organizzazione si consolidò in pochi mesi, anche perché sostenuta da gran parte della società civile. Parteciparono milioni di persone ma la reazione dello Stato fu rabbiosa: massacri indiscriminati, campi di concentramento, impiccagioni di massa.

Non furono le armi a sconfiggere i Cristeros ma la diplomazia internazionale con gli Arreglos del 1929. La «Cristiada» stava procurando troppi lutti, la guerra rischiava di durare, occorreva un cessate il fuoco. Il vescovo Pascual Díaz riuscì a far firmare gli accordi senza immaginare che per 10 anni il governo li avrebbe traditi. Quando deposero le armi, i Cristeros furono uccisi a migliaia dai nemici, per vendetta.


Il primo a raccontare con equilibrio questa storia dopo decenni d’oblio è stato lo storico francese Jean Meyer.
Partito da posizioni ostili, egli ha cambiato il suo giudizio sui Cristeros sino ad arrivare, addirittura, alla conversione.
Come spiegato da padre Francisco Elizalde, missionario messicano,
«il governo di Calles non volle mai trattare. Prima si percorsero vie diplomatiche e pacifiche, ma, poi, visto che era tutto inutile, il popolo dovette impugnare le armi. Fu l’exstrema ratio.
E fu necessaria, perché un cristiano non può vivere senza i sacramenti. Tanto che, se non li appoggiò ufficialmente,
la Chiesa non condannò mai l’azione dei Cristeros».
Da qualche mese è uscito il libro di Mario Iannaccone:
Cristiada. L’epopea dei Cristeros in Messico“ (Lindau 2013).

AGGIORNAMENTO 11/08/14
Da qualche mese anche in Italia c’è un distributore ufficiale del film,
“Dominus Production”, è possibile avere maggiori informazioni collegandosi a:
www.cristiada.it.
Nel mese di Ottobre 2014 il film uscirà nei cinema, doppiato in lingua italiana.

i maohomettani sono anche tutti anti-sionisti

  L'amarezza dei generali "Cacciati da Gualtieri e sostituiti dai dirigenti" http://a.msn.com/01/it-it/AASP8hv?ocid=st Chissà se la Corte dei conti si interesserà al fatto che il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri e la sua giunta defenestrano generali dell'Esercito, pagati mille euro al mese per ricoprire ruoli da dirigenti per far spazio a qualche super funzionario da 140mila euro lordi all'anno.

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Santo Santo Santo! Santo Santo Santo! Santo Santo Santo! Santo Santo Santo! Santo Santo Santo! Santo Santo Santo! Santo Santo Santo! Santo Santo Santo! Santo Santo Santo! Santo Santo Santo! Santo Santo Santo! Santo Santo Santo! Santo Santo Santo! Santo Santo Santo! Santo Santo Santo! Santo Santo Santo! 


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ok, iniziamo con una autopsia! ] [ L’ex parlamentare dei Cinquestelle chiede ai Carabinieri “chiarezza e la punizione dei colpevoli” http://a.msn.com/01/it-it/AASPyTf?ocid=st C’è una denuncia presentata ai carabinieri di Roma per la morte di Domenico Biscardi, a firmarla firma la senatrice Bianca Laura Granato: l’ex parlamentare dei Cinquestelle espulsa nel 2021 da Vito Crimi ed oggi accasata nel gruppo misto chiede “chiarezza e la punizione dei colpevoli”. E perciò nella giornata del 14 gennaio la Granato è arrivata alla stazione Carabinieri di piazza Farnese a Roma ed ha consegnato ai verbalizzanti due fogli dattiloscritti ed una chiavetta usb  con gli allegati, riservandosi anche la “costituzione di parte civile” per il riconoscimento del danno, un azzardo procedurale molto scenografico ma tecnicamente irrealizzabile in procedura. 


Denuncia per la morte di Domenico Biscardi: la firma la senatrice Granato© Fornito da Notizie.it Denuncia per la morte di Domenico Biscardi: la firma la senatrice Granato

La “granata della Granato”: denuncia penale per la “morte anomala” di Domenico Biscardi

La Granato vuole la punizione dei “colpevoli” della scomparsa del leader No Vax Domenico Biscardi, morto a 50 anni per un malore nel suo appartamento di San Nicola la Strada, in provincia di Caserta. Per la Granato quello del dottore in farmacia ed ex titolare di un pub è stato un “decesso anomalo”. 


Chi era Domenico Biscardi, quello per la cui morte “misteriosa” è stata presentata una denuncia

Biscardi aveva una sua teoria sul Covid (oggi ce l’hanno praticamente tutti) ed era un fautore della pericolosità dei vaccini, che per lui conterrebbero grafene e microtrasmettitori. Neanche a dirlo, la morte di Biscardi aveva scatenato i complottisti, fra i quali era spuntato anche qualcuno che aveva spiegato come il “pericoloso” Biscardi, una vera spina nel fianco dello Stato e di Big Pharma, fosse stato eliminato “con un drone”. Granato si era accodata ed ha esposto le sue, di teorie: “Quindi tutti coloro che si oppongono a questi farmaci e che parlano con un minimo di cognizione di causa. Cioè lui ha dichiarato pubblicamente che aveva trovato degli elementi probatori, che aveva tutte le carte in mano e che era pronto a fare una denuncia alla Corte Europea”. 


“Ancora si crede a questa coincidenze? Io no”: la denuncia della senatrice per la morte di Domenico Biscardi

E poi, con logica ferrea: “Adesso, guarda combinazione, giovanissimo, lo trovano morto in casa. Qualcuno crede ancora a queste coincidenze? Io francamente no, non ci credo proprio più”. E ancora: “Chiedo la punizione dei colpevoli, considerato quanto da me esposto nella denuncia querela allegata, per tutti quei reati ravvisabili dall’autorità giudiziaria, richiedendo sin d’ora di essere informato in caso di archiviazione dell’instaurando procedimento penale”. Ecco, giusto per chiosare e continuare ad amare la democrazia ma facendosi forza sulle sue “code”, come si fa con un figlio impossibile da non amare: fra meno di dieci giorni Bianca Laura Granato sarà fra coloro che sceglieranno chi sarà il prossimo Capo dello Stato.


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Ieri mi ha scritto una mamma:

“Sono una madre di 3 figli che segue Sanremo, ho letto che quest’anno salirà sul palco un uomo travestito da donna… non lo conosco e volevo sapere da voi se è un modo per diffondere l’ideologia Gender e Lgbt. Voglio proteggere i miei figli! Grazie, Maria S.”


Sì, visti i precedenti c’è il reale pericolo che il Festival di Sanremo si trasformi nell’ennesima occasione per fare propaganda ideologica Gender e LGBT, approfittando della presenza davanti alla tv di milioni di famiglie coi loro bambini.


Rcordi quando i cantanti mostrarono il nastro arcobaleno per sostenere il Ddl Cirinnà sulle unioni civili e i baci gay di Achille Lauro? Per non parlare della blasfema sceneggiata di Fiorello con la ‘corona di spine’!


Lorenzo non permettiamo che si ripeta ancora: firma la petizione per chiedere alla RAI di evitare ogni propaganda LGBT e Gender durante il prossimo Festival di Sanremo 2022 [firma subito cliccando qui]


Amadeus ha invitato sul palco l’attore Gianluca Gori, che si traveste da donna per interpretare “Drusilla Foer”, una signora di terza età dal fare aristocratico un po’ snob.


Una performance artistica contro cui - sia chiaro - non abbiamo nulla: viva lo spettacolo, viva l’arte (ma nei limiti della decenza…).


Ecco il pericolo:

Gianluca Gori ha già “usato” il personaggio di Drusilla Foer per promuovere e sostenere le battaglie LGBT come ‘matrimoni’ e adozioni gay e il Ddl Zan, che voleva mettere a tacere Pro Vita & Famiglia e che il Pd vuole rilanciare nel 2022.

Quindi, il pericolo che Sanremo 2022 si trasformi nell’ennesimo escamotage per diffondere messaggi politici ideologici e dannosi è REALE.

Perciò ti chiedo di firmare: Sanremo non si trasformi, ancora, in un megafono pro Gender e LGBT [firma ora cliccando qui]


Lo voglio ripetere perché sia chiaro: non siamo contro la partecipazione di Gianluca Gori/Drusilla Foer a Sanremo 2022.


La tua firma serve a chiedere alla RAI che l’intervento di “Drusilla Foer” non si trasformi nell’ennesimo ‘Cavallo di Troia’ a favore dell’ideologia Gender e LGBT già visto a Sanremo.


E questo accadrà se non alziamo insieme la voce adesso. Perché ‘piangere sul latte versato’? Preveniamo il danno: firma subito qui!


La RAI è pagata col canone di tutti i contribuenti, e siamo stufi di assistere a continui spot a favore del “sesso fluido”: oggi sono maschio, domani femmina e dopodomani… chissà.


Questi sono messaggi che fanno male ai bambini e agli adolescenti, un pubblico che segue sempre più spesso programmi come Sanremo.


Perciò, a pochi giorni dall’evento, devi aiutarci a mettere le cose in chiaro con l’amministrazione RAI e la direzione artistica di Sanremo:

Lorenzo, firma adesso la petizione per chiedere alla RAI di assicurarsi che la partecipazione di “Drusilla Foer” a Sanremo non si trasformi in propaganda politica LGBT [per firmare clicca qui]


Se riusciremo a raccogliere migliaia di firme a partire da oggi, le consegneremo personalmente all’Amministrazione della RAI prima che inizi Sanremo, anche a tuo nome.

Non cedere all’idea che il “trend” non si possa cambiare. Non è vero: insieme possiamo. Leggi le prossime mail per tutti gli aggiornamenti.


Grazie di cuore e un caro saluto,

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Gloria a Dio JHWH, il viviente di Israele Gloria! Gloria a Dio JHWH, il viviente di Israele Gloria! Gloria a Dio JHWH, il viviente di Israele Gloria! Gloria a Dio JHWH, il viviente di Israele Gloria! Gloria a Dio JHWH, il viviente di Israele Gloria! Gloria a Dio JHWH, il viviente di Israele Gloria! Gloria a Dio JHWH, il viviente di Israele Gloria! Gloria a Dio JHWH, il viviente di Israele Gloria! 


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ma, in ItaGlia Rockefeller Roboch Saruman Rothschild Soros hanno detto che possono entrare 40000 islamici ogni anno senza vaccinazione!

Djokovic: Australia soddisfatta, sicuri con confini forti 

http://a.msn.com/01/it-it/AASPC6c?ocid=st 

16 GEN - Il governo australiano si è detto soddisfatto della decisione della Corte federale che ha respinto il ricorso di Novak Djokovic confermando l' espulsione del campione dal Paese. "Accolgo con favore la decisione di mantenere forti i nostri confini e proteggere gli australiani", ha detto il premier Scott Morrison. "Questa decisione è stata presa per motivi di salute, sicurezza e buon ordine, in quanto ciò era nell'interesse pubblico.


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Allora adesso 600000 immigrati clandestini devono lasciare l'ItaGlia!

Djokovic all'aeroporto: il tennista lascia l'Australia http://a.msn.com/02/it-it/AASPFcO?ocid=st 


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pura malvagità dei catto-comunisti la peste di questo paese! 

BERLUSCONI è il più patriota e il più capace di tutti i criminali-corrotti (ovvero 80% degli italiani)

La giornalista: «Berlusconi al Quirinale». E De Mita fa finta di non capire: «Chi?» 

http://a.msn.com/01/it-it/AASPUON?ocid=st 


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Djokovic è stato escluso per un principio teorico, che ha calpestato il buon senso della realtà!


si, esiste una logica giuridica-tecnocratica che condanna Djokovic, ma se questa logica giuridica fosse criminale e senza capacità di realismo?

oggi Djokovic non rappresentava un pericolo per nessuno! 

e questa esclusione significa che la norma del demonio Rockefeller, quì vale più del realismo, più del buon senso e anche più del valore delle persone!

Panatta a Tgcom24: "Non capisco che cosa voglia ancora" http://a.msn.com/09/it-it/AASNZXu?ocid=st "Djokovic ha fatto due errori. Il primo è che è andato a fare un torneo dove era chiaro che ci volesse il vaccino. Il secondo è che è andato in giro da positivo incontrando alcune persone. Non capisco che cosa vuole ancora. Quello che ha fatto non è rispettoso nei confronti degli altri 127 giocatori che sono tutti vaccinati. Non è che se sei il numero 1 al mondo hai privilegi sui regolamenti". Così Adriano Panatta, ex campione di tennis, vincitore del Roland Garros nel 1976, 


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se, Luigi Marilli aveva il mio medico di base, che ha rischiato di persona contro il protocollo, oggi, Luigi Marilli sarebbe vivo!

avant'ieri, io ho fatto la terza dose, e questa volta, io ho sentito il grafene nel mio braccio!

Leader No Pass muore a 63 anni di Covid. L'amico ai No Vax: "Lo avete sulla coscienza" 

http://a.msn.com/01/it-it/AASPHlc?ocid=st 

“Le vostre idee lo hanno portato alla morte. Lo avete sulla coscienza”. 

Scrive così su Facebook, rivolgendosi ai No Vax, un uomo che si dichiara amico di Luigi Marilli, 63enne abruzzese morto,


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soltanto, MAGA PATRIOT TRAIN è Trump Patriot! 

Trump si ricandida alla casa Bianca per il 2024 e spara a zero su Biden e Fauci


Florence (Usa) - Due ore di show, di attacchi a Joe Biden, ai democratici, a Anthony Fauci, di appelli in difesa degli insurrezionisti del 6 gennaio, e il ritorno alle vecchie accuse di brogli elettorali. Il ritorno di Donald Trump sulla scena politica non ha tradito le attese: il tycoon ha tuonato in comizio, a Florence, Arizona, mandando in tripudio i sostenitori, lo ha fatto prendendo a piene mani dal suo classico repertorio ma senza annunciare, neanche stavolta, la sua candidatura ufficiale alle presidenziali del 2024. Ma ha parlato come un candidato sicuro del suo destino. “Quelle del 2024 - ha profetizzato - saranno le elezioni piu’ importanti della storia americana”. Quelle del 2020, ha ribadito, sono “state truccate”.


“Amo l’Arizona - ha detto - e qui abbiamo ottenuto una grande vittoria, ma i democratici hanno rubato migliaia di voti e i fake media non vogliono indagare”. “La vera insurrezione - ha aggiunto - non e’ stata il 6 gennaio, ma il 3 novembre, perche’ quel giorno i democratici hanno attaccato le liberta’ americane”. Trump ha difeso i suoi sostenitori che presero d’assalto gli edifici del Congresso. “Quelli arrestati - ha denunciato - hanno subito abusi in prigione. Perche’ non lo hanno fatto con quelli di Antifa o di Black Livers Matter? Serve un’indagine”.


La gente lo ha acclamato, scandito ogni passaggio con urla, incitamenti. E quando Trump ha citato Biden, cosa che ha fatto molto spesso, sono arrivati fischi di disapprovazione, cosi’ come all’indirizzo della Speaker della Camera, Nancy Pelosi, definita “matta” e “corrotta”, e nei confronti dell’immunologo Anthony Fauci, diventato il “re” incontrastato, “grazie a Biden”. “Io non lo ascoltavo quando non ero d’accordo - ha commentato - invece con Biden e’ diventato un grosso personaggio”.


Trump ha bocciato la politica internazionale della Casa Bianca (“i cinesi non ci temono piu’, non ci rispettano piu’”), la gestione della pandemia (“gli scaffali dei supermercati sono per meta’ vuoti, prima di Biden non conoscevamo il termine supply chain”), la politica dei vaccini (“se sei bianco non ti fanno accedere alle terapie”), confessato che il figlio Baron ha avuto il Covid, rilanciato il tema clandestini (“sono entrati decine di milioni di illegali”), dando appuntamento alle elezioni di novembre, quelle per il rinnovo del Congresso dove si annuncia una larga vittoria repubblicana.


“Sara’ un grande 2022 - ha promesso ai suoi sostenitori - il popolo si riprendera’ indietro l’America”. “E noi - ha concluso - ci riprenderemo la Casa Bianca”. Con chi, e’ parso superfluo dirlo.


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Satana e Allah, Saruman e Rockefeller hanno detto, che i musulmani devono essere accontentati in tutto e sempre, perché genocidio sharia, dopo genocidio sharjah, loro hanno anche ottenuto la UMMA Lega Araba OCI: morte a tutti gli infedeli inpuri blasmefi e froci, kafiri takfiri dhimmis schiavi, ed Erdogan ha aggiunto: che non può esistere un Islam laico o moderato, per questo sgozzerà quel caprone del marito della Merkel, e stuprerà la schiava sul/nel sangue del marito. 

... e ha giurato che lo farà!

Ora, io dico come una persona sana di mente può pensare di concupire la Merkel, che lei era stata racchia anche da ragazza.

Kosovo: parlamento ribadisce no a referendum serbo.

http://a.msn.com/01/it-it/AASOzQB?ocid=st 

PRISTINA, 15 GEN - Come era ampiamente previsto, il parlamento di Pristina, riunito oggi in sessione straordinaria, ha adottato una risoluzione contro l'organizzazione per i serbi del Kosovo del referendum sulla riforma della giustizia in programma domani in Serbia. I voti a favore del documento sono stati 76, nessuno contrario e un deputato si è astenuto, con la risoluzione che è stata appoggiata oltre che dal partito di governo 'Autodeterminazione' (Vetevendosje), il cui leader è il premier Albin Kurti, anche da due forze di opposizione.


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ok, io prometto di accettare Rothschild e Rockefeller!  

Ogni cane è un individuo, il nostro compito è accettarlo e rispettarlo 

http://a.msn.com/01/it-it/AASQ5FA?ocid=st 


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quì, manca la suprema e sacra autorità di un IMAM, a cui il padre perennemente offeso si deve sottomettere (per fatwa), perché è vero che il musulmano non può parlare con Dio, ma è anche vero che neanche l'Imam può parlare con Dio, ecco perché: sulle 100 coraniche frustate in pubblico? non si deve poter sorvolare, così, se il padre non perdona la figlia neanche dopo le 100 frustate? Poi, noi islamicamente frustiamo anche lui, e poi, dopo gli tagliamo anche la testa: VAFFANCULO tu e Bin Salman!

Cè posta per te, il padre islamico "punisce" la figlia: gelo in studio.

Per la prima volta a C'è posta per te, Maria De Filippi ha portato all'attenzione del suo pubblico una viceda che si snoda inevitabilmente tra le maglie della cultura islamica. La storia è quella di Vivienne, rimasta incinta prima di convolare a nozze, ormai 12 anni fa. Secondo i dettami religiosi di suo padre Etienne, questo non può essere perdonto e nemmeno la lunga chiacchierata con Maria De Filippi, che per l'occasione ha letto il Corano, ha convinto l'uomo ad aprire la busta e a incontrare sua figlia dopo altri 10 anni.

© Fornito da Il Giornale

La storia raccontata nel programma televisivo del sabato sera di Canale5 ha mostrato una sfaccettatura della religione islamica, a tratti integralista. Diverso è l'atteggiamento della giovane, che si è mostrata più aperta e meno rigida sulle regole, tanto da provare a convincere in tutti i modi suo padre a incontrarla. Dall'altra parte, però, ha trovato un muro di ostinazione e di convinzioni radicate, che non hanno ceduto nemmeno dopo il lungo discorso fatto dalla conduttrice. Sono passati anni, eppure l'uomo è apparso irremovibile davanti alla richiesta di sua figlia.

"Da dodici anni non riesco a vederti, a chiamarti. È da tanto che aspetto questo momento e ho fatto tanti tentativi, ma non è mai servito a nulla. So di averti deluso e che avevi altre aspettative per me. Sognavi che io mi laureassi e poi mi sposassi. Oggi sono madre di tre bambine, vogliono conoscerti. A me gela il cuore al fatto che io a questa domanda non so dare una risposta", ha detto Vivienne.

Maria De Filippi ha provato a far ragionare l'uomo, leggendogli anche alcuni passi del Corano. Nel libro sacro dell'Islam, applicato alla lettera da molti fedeli, si scrive che per il "peccato" commesso da Vivienne, la punizione consiste in un anno di esilio o 100 frustate. Tralasciando la seconda opzione, e considerando come esilio l'allontanamento della donna, per i dettami del Corano la sua colpa dovrebbe essere già stata espiata.

Ma Etienne è apparso irremovibile, proprio in ragione dei suoi principi islamici: "Io avrei perdonato qualsiasi cosa, ma lei doveva dirmi la verità, doveva sempre dirmi la verità. Non l'avrei comunque perdonata, perché io anche se vivo all'Occidentale ci sono certi usi e costumi che vanno rispettati e io non la perdono. Io penso che una ragazza debba rispettare prima se stessa e poi gli altri".

Vorremmo conoscere la tua opinione sullo Strumento di lettura immersiva. I contenuti erano visualizzati correttamente sulla pagina web?

Cè posta per te, il padre islamico "punisce" la figlia: gelo in studio http://a.msn.com/07/it-it/AASPC9L?ocid=st 


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welcome! 

poveri figli, le università italiane sono a prova di suicidio! Però se riescono a laurearsi senza suicidarsi? poi, non si suicideranno più!

Turchia, aumentano gli studenti che scelgono Università italiane http://a.msn.com/00/it-it/AASPkSX?ocid=st 


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ora che paghi per tutti i: Soros, Obama, Kerry, Dupont, Marduch, Murdoch, Club Bohemian Grove, Bilderberg, Rockefeller, Clinton, Kissinger, Bush, Rothschild, 

che paghi soltanto lo scemo del villaggio? 

questo grida vendetta anche al cospetto di Satana!

Per i legali del principe Andrea la sua accusatrice è affetta dalla sindrome dei «falsi ricordi»

© Fornito da Corriere della Sera

LONDRA — Tra le strategie di Andrea nel processo mosso contro di lui da Virginia Giuffre emerge la tesi delle false memorie già utilizzata dagli avvocati di Ghislaine Maxwell, senza successo, nel procedimento che si è concluso negli Stati Uniti a dicembre. Il giudice Lewis Kaplan, a New York, ha posto il 14 luglio come scadenza per la fase preparatoria e investigativa: cominciano a trapelare, così, i nomi dei testimoni che le due parti hanno intenzione di interpellare. I legali del principe, si apprende, hanno chiesto di interrogare il marito di Virginia, Robert Giuffre, sull’aspetto finanziario della loro vita famigliare a Perth, in Australia, nonché sulle circostanze del loro incontro, in Thailandia. Gli avvocati del duca vorrebbero inoltre sentire la psicologa dalla quale è in cura la donna, Judith Lightfoot. Sostengono che sia possibile che Giuffre soffra di memorie false e vogliono interrogare l’esperta su questa eventualità.


La squadra di Giuffre, invece, ha chiesto di interrogare Robert Olney, ex assistente di Andrea il cui nome figura alla voce «Duca di York» sull’ormai celebre «libretto nero» di Jeffrey Epstein, l’agenda sulla quale l’imprenditore segnava tutti i suoi conoscenti. Olney, sostengono gli avvocati, potrebbe avere informazioni importanti sui rapporti tra il principe ed Epstein, nonché date e luoghi dei vari incontri. I legali hanno chiesto inoltre di sentire Shukri Walker, donna londinese che ricorda di aver visto Andrea assieme a una giovane ragazza nel night Tramp la sera in cui Giuffre sostiene di essere stata obbligata ad avere rapporti sessuali con il figlio di Elisabetta. Il principe nega di essersi recato da Tramp: sostiene di aver passato il pomeriggio a Woking, nel Surrey, presso il ristorante di Pizza Express, dove la figlia Beatrice era stata invitata per una festa di compleanno, e di aver trascorso il resto della serata a casa con la famiglia.


Andrea nega inoltre di aver mai incontrato Giuffre (che all’epoca utilizzava il cognome da nubile, Roberts) così come di averla molestata. Walker ha detto di essere pronta a testimoniare e di aver già parlato con l’Fbi nell’ambito dell’inchiesta su Epstein prima che quest’ultimo si suicidasse in carcere nel 2019. La ricostruzione di Giuffre è stata inoltre almeno parzialmente confermata da un’altra vittima di Epstein e Maxwell, Carolyn Andriano, secondo la quale Virginia le mandò un messaggio da Londra nel 2001 rivelandole di essere in procinto di uscire con il duca di York e successivamente, tornata in Florida, le disse che era andata a letto con lui.


In aggiunta, il ragazzo con il quale Virginia usciva all’epoca, Anthony Figueroa, che oggi lavora in un ristorante ad Atlanta, in Georgia, ricorda che all’epoca «Virginia aveva paura di quello che Epstein e Maxwell volevano che facesse con il principe Andrea» e non ha dubbi sul fatto che Virginia sia stata molestata dal duca nel 2001, quando aveva 17 anni. Il duca di York, che è stato privato delle cariche militari così come della possibilità di utilizzare il titolo di Sua altezza reale per volere della regina Elisabetta e del principe Carlo, erede al trono, affronterà il processo da normale cittadino. Dovrà farsi carico delle spese legali così come, probabilmente, dei costi della sicurezza (la stessa formula adottata per il principe Harry quando assieme alla moglie Meghan decise di allontanarsi dai reali).

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Rockefeller se non ti uccide con il suo virus, o con il suo sperma genico al grafene sperimentale 5G? poi, ti deve corrompere e trasformare in un antifa di scimmia darwin comunque!

Covid, arriva la cannabis di comunità: 2 grammi in regalo di quella “light” per chi è positivo o in quarantena http://a.msn.com/01/it-it/AASQ7b8?ocid=st 


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non c'é nessuno più dei DEM che sa come calpestare la democrazia, infatti Biden ha rubato le elezioni a TRUMP! 

Il Cavaliere Berlusconi non è votabile perché non piace a Soros, ora sul Colle vada pure il premier maximo Draghi Dragonbool


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l'oroscopo, o trasgenderismo, o travestitismo, è il delitto di esoterismo, e anche da solo ti può chiudere addosso la pietra tombale dell'inferno!! 

Simon and the Stars - L'oroscopo della settimana - Citofonare Rai2 - 16/01/2022 

Simone Morandi


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se, tu non sei una strega consacrata come Pelosi o Hillary? 

poi, il satanismo lgbtq a tarda età? nuoce!

Celine Dion cancella tour in America per problemi di salute


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anche per me le Istituzioni non rispondono, e se ti rivolgi a loro di puniscono, infatti hanno già deciso di togliermi la idoneità all'insegnamento (quindi l'unica soluzione è sempre la magistratura che è corrotta massonica mafiosa e non funziona).

Messina, il Sindaco protesta per la rottura della continuità territoriale nazionale, 

ovvero, la violazione della continuità territoriale nazionale,

Green Pass, il sindaco di Messina trascorre la notte in tenda per protesta 

http://a.msn.com/01/it-it/AASQdGz?ocid=st 

Green Pass, il sindaco di Messina trascorre la notte in tenda per protesta Cateno De Luca: 

«Ringrazio per la solidarietà e il cibo ricevuto»

i siciliani pur facendo il vaccino non possono attraversare lo stretto di Messina, perché devono aspettare o 15 o 21 giorni.

Abbiamo scritto più volte, ma nessuno ci ha risposto, ed ecco come un Sindaco deve reagire a quella che è la omertà di Stato,

che è un sequestro di Stato delle persone: "bello e buono".

Ma, in compenso in ItaGlia possono giungere tutti i terroristi islamisti di Erdogan e Salman!



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in ItaGlia non si possono stampare monete da 5 o 10 euro perché sulle monete non c'é il pizzo da pagare a Rockefeller!

La moneta di due euro con i volti di Falcone e Borsellino

A 30 anni dalla scomparsa dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, arriva la moneta di due euro con il loro volto. Dal 17 maggio ne saranno emesse tre milioni: una moneta che racconta una storia.


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il comandamento dice  "onora il padre e la madre" ma non dice se se lo meritano! 

Dopotutto il 50% di tutti i genitori viene abbandonato, e questo non deve essere sottostimato: Pd M5S e Rothschild ha fatto degli italiani un popolo di poveri indebitati!

ok, lui ci ha provato, e se dava il mantenimento o non dava il mantenimento? 

Questa è una aggravante delle responsabilità genitoriali!

Ma se era un padre ricco? certamente lui non sarebbe stato respinto!  

"Dovevi pensarci prima...". A C'è posta per te finisce male

Ci sono ferite che non possono essere rimarginate, nemmeno se sono passati molti anni. 

L'orgoglio e il dolore provati in passato possono diventare un muro troppo alto da abbattere o da superare, come ha dimostrato la storia di Alessandro e Veronica, due dei protagonisti della puntata del 15 gennaio di C'è posta per te. 

Lui è il padre della ragazza e tra loro non ci sono più rapporti da molti anni, da quando Veronica ha deciso di interrompere ogni tipo di contatto con Alessandro. Non è servita l'intercessione di Maria De Filippi tra loro per convincere la ragazza ad aprire la busta e rivedere il padre.

© Fornito da Il Giornale

I problemi tra Alessandro e Veronica sono nati quando l'uomo si è separato da sua moglie, madre di Veronica. La ragazza aveva 7 anni e andò a vivere con sua madre. Suo padre iniziò a costruire una nuova vita insieme a un'altra donna quando Veronica aveva 14 anni: 

"Lui sceglie la compagna e il figlio piccolo". In quel momento i loro rapporti si interrompono: "Sono passati tantissimi anni… Ti prego di perdonarmi se non sono stato un padre presente, se quando hai avuto bisogno di me, io non ci sono stato… 

Ma ci sono stati dei motivi".

Inutili le parole accorate dell'uomo, che non sono riuscite ad aprire una breccia nel cuore della figlia. 

Alessandro ha spiegato al pubblico di aver fatto molti tentativi negli anni per rinconciliarsi con sua figlia, tutti vani. 

"Aprire questa busta e ricominciare un rapporto tra me e te... Lo so il passato non si può cancellare, ma io, adesso, penso al presente... 

Ti prego Veronica, dammi la possibilità di riacquistare un rapporto con te, a poco a poco", ha supplicato l'uomo.

Dall'altra parte, però, il passato ha congelato il cuore di Veronica: 

"Tornava ogni paio d’anni e poi spariva. 

Non c’eri quando io avevo bisogno di te. Sono cresciuta da sola, troppe delusioni. Gli ho dato mille possibilità… 

Mi prometteva che veniva e poi non veniva mai. Dovevi pensarci prima". 

Davanti alla evidente reticenza della ragazza, Maria De Filippi ha provato a convincerla ad aprire la busta: 

"Non pensare se vuoi dare una possibilità a lui, pensa se te la vuoi dare tu… Lo accetti per quello che è". 

Ma anche l'intervento di Maria De Filippi è andato a vuoto e la storia è finita con Veronica che ha deciso di chiudere la busta senza dare, almeno per il momento, una possibilità di riscatto a suo padre.


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certamente, la Russia è costretta rincorrere le minacce poste in essere contro di lei.

a prendere misure difensive, perché è la NATO l'aggressore!

La Russia vuol riportare missili nucleari a Cuba. Usa, torna spettro della crisi del 1962 

http://a.msn.com/01/it-it/AASQeKV?ocid=st 


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perché Cuba che non ha il cibo sufficiente ha sviluppato un vaccino efficare e Israele e ItaGlia no?


ma, allo stato attuale Spa coorporation non sappiamo ancora se dobbiamo temere di più il virus della CIA, o il suo vaccino genico sperimentale, 

imposto per legge al genere umano da Rockefeller, 

che per lui gli israeliani senza genalogie paterne? goyims animali Darwin sono!


Scuola, Bianchi: «Vaccino obbligatorio per la tutela di tutti» 

http://a.msn.com/01/it-it/AASQfJN?ocid=st 

Il ministro dell’Istruzione: I vaccini sono una misura di solidarietà, bisogna essere uniti.


quell'asino di Fabio Fazio ha detto che a lui il vaccino del vaiolo glielo hanno fatto sull'avanbraccio!

L'avambraccio è la parte dell'arto superiore compresa tra il gomito e il polso. Il termine è usato in anatomia per distinguerlo dal braccio, parte compresa tra la spalla e il gomito.


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Rockefeller ha un interesse personale nella guerra mondiale, 

ma i russi no. loro non hanno un movente per fare la guerra e si stanno soltanto difendendo dalla nostra aggressione!

Svezia, schierato l’esercito sull’isola di Gotland per contrastare la minaccia russa,

Carri armati e soldati per le strade di Visby 


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forse le varianti sono i maschi e lui è la femminella giusta!

comunque, lui è sulla strada del successo, e a ben pensare sarebbe diventata anche una lei di successo,

infatti, lui le spalle strette e i fianchi larghi? ce li ha già! 

ma, se ha preso il covid 3 volte a cosa gli servono gli inutili vaccini, che non lo hanno protetto da un caxxo?

Contagiato tre volte in un anno, l'appello ai no-vax: "Vaccinatevi".

Contagiato tre volte, aggredito da ognuna delle varianti Covid in meno di un anno. 

E Christian Bertozzi, vicesindaco di Travagliato (Brescia) e coordinatore bresciano dei giovani di Forza Italia, risultando positivo per la terza volta proprio il 13 gennaio, lancia un appello ai vaccini perchè a suo dire senza la seconda dose fatta “forse non sarebbe stato in grado di raccontare la sua esperienza“.

“Evidentemente sono sensibile alle varianti - ha detto Bertozzi -. 

Ora va meglio, non ho più la febbre ma rimangono i sintomi più fastidiosi come il mal di gola, la tosse e il senso di spossatezza continua“.

© Fornito da Il Giornale

Tre volte positivo "salvato" dai vaccini

Così per la terza volta il vice sindaco di Travagliato è entrato in isolamento e aspettare il prossimo tampone negativo. 

Il 12 febbraio 2021, come volontario della Croce Azzurra, aveva ricevuto la prima dose di vaccino Pfizer. 

Il 27 febbraio si è ammalato e risultato positivo. “L’11 marzo sono poi risultato negativo - ha detto -. 

Il 22 marzo sono diventato nuovamente positivo e il 2 aprile finalmente negativo. 

Il 17 agosto ho fatto la seconda dose di vaccino Pfizer fino al 13 gennaio quando mi sono nuovamente contagiato. 

A febbraio avrei dovuto fare la terza dose vaccinale. 

In meno di un anno sono riuscito a contrarre per ben tre volte la positività al Covid“.


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quando Rockefeller il ladro ti lascia soltanto i mezzi della sussistenza?

poi, se non hai una qualche relazione con Dio? poi, al primo incidente non ti resta che suicidarti!

È mistero a Brindisi, dove una donna scompare dopo un incidente stradale avvenuto nella serata di venerdì 14 gennaio: la 66enne Angela Grande era stata ricoverata in ospedale ma poi aveva chiesto di essere dimessa e il giorno dopo di lei non c’era più traccia. A dare menzione della scomparsa una nota ufficiale della Prefettura di Brindisi: “Nella giornata di ieri, 15 gennaio 2022, è stata denunciata presso la Stazione dei Carabinieri di Mesagne (Brindisi) la scomparsa della signora Angela Grande, nata a Mesagne il 2 aprile 1955“.


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la NATO-tecnocratica-massonica lgbtq-neoliberista Rockefeller Von Ursula Soros?

lei la Entità demoniaca dell'anticristo ebreo massone,

aveva una fretta del diavolo di creare la minaccia russa che non esisteva.


Svezia, schierato l'esercito sull'isola di Gotland per contrastare la minaccia russa


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si sono accaniti contro un uomo negativo (e che non rappresentava una minaccia per nessuno),

soltanto perché a Riad (الرياض al-Riyāḍ "giardini", Riyad, è la capitale dell'Arabia Saudita 

il NWO ha deciso di uccidere i russi e i cinesi!

 Il primo ministro Morrison: «Questa decisione di annullamento è stata presa per motivi di salute, sicurezza e ordine, in quanto ciò era nell’interesse pubblico. Accolgo con favore la decisione di mantenere forti i nostri confini e proteggere gli australiani». Ma secondo Vucic, presidente serbo, «un intero paese è stato maltrattato».


Djokovic espulso dall'Australia vola a Dubai, Nole”: «Molto deluso» Rischia tre anni di bando


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cosa importa alla Australia circa il numero di vaccinati della Serbia?

Djokovic è negativo al covid? questo è quanto! 

e quì, la guerra non è contro la Serbia, ma è contro il genere umano,

perché, da una parte stanno gli orchi Spa di Rockefeller lgbt, e dall'altra stanno quello che resta degli esseri umani.

Djokovic, la guerra politica tra Serbia e Australia: 

Serbia: «Vergogna», 

Australia: «Proteggiamo i confini» ... dai 40.000 afro-islamici che vengono in ItaGlia, ogni anno, quasi tutti infetti!

http://a.msn.com/01/it-it/AASPYZP?ocid=st

«Non è vero come dicono gli australiani che abbiamo vaccinato meno del 50 per cento della popolazione serba, siamo già al 58». 

Basta questa frase del presidente della Serbia, Aleksandar Vucic, indignato per l’espulsione dell’orgoglio nazionale Novak Djokovic, 

per fare capire come la storia degli Australian Open si stia pericolosamente avvicinando ai confini della farsa, 

oltre che dell’incidente internazionale.


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Se calpestano così, il buon Pastore Netanyahu, poi, chi difenderà il popolo dagli iraniani?

Se calpestano così, il buon Pastore Netanyahu, poi, è sicuro che i massoni farisei wahhabiti hanno ucciso loro, il vero messia Gesù di Betlemme!

questo dimostra come nelle finte democrazie senza sovranità monetaria,

la politica è stata esautorata dalla finanza!

Ovviamente, io non ritengo che Netanjahu non sia colpevole, per avere offeso lui la foglia del prezzemolo.

purtroppo, Netanjahu il beneamino ribelle è stato troppissimo "disonorevole".

se non stai dove Rockefeller ti ha messo, e con i limiti che Rockefeller ti ha assegnato? 

Poi, tu fai sempre un abuso di potere! 

TEL AVIV, 16 GEN - 

Il mondo politico israeliano è entrato in fermento mentre si profila in termini più concreti la possibilità di un patteggiamento da parte dell'ex premier Benyamin Netanyahu nel processo a suo carico per corruzione, frode e abuso di potere. 

L'influente ex presidente della Corte Suprema, cioè il super massone psicopompico giudice Aharon Barak, 

si è espresso col procuratore massone generale Avichai Mandelblit (in acculto grande sacerdote di Baal e del Sommo Sinedrio) 

in favore di questa soluzione, 

ma a condizione che la condotta dell'ex premier massone di grado inferiore, infimo ed infedele, 

che sia bollata come "disonorevole". 

La cosa, viene affermato, lo escluderebbe dalla politica attiva per sette anni.


my JHWH holy ] [ io non so tu, ma io non vedo le condizioni per poter fare io da Re, a questi matti.



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La lezione di Burioni (il c0gli0ne): "Omicron? La scelta è se incontrarlo da vaccinati o non vaccinati"

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quando mai qualcuno mi ha dato questa scelta sotto minaccia di licenziamento?

ed assumendomi io tutte le conseguene sul mio stato di salute a causa di una terapia criminale al grafene?

La lezione di Burioni: «Omicron? La scelta è se incontrarlo da vaccinati o da non vaccinati» L’intervento del virologo a «Che Tempo che Fa» https://www.msn.com/it-it/notizie/italia/la-lezione-di-burioni-%c2%abomicron-la-scelta-%c3%a8-se-incontrarlo-da-vaccinati-o-da-non-vaccinati%c2%bb/ 


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quindi il bel GEGè Bidet ( Il bidet o bidè è un apparecchio sanitario utilizzato per l'igiene intima, del Satana Sodoma che lui è sempre sporco ) 

e che fa ora, dichiara guerra alla LEGA ARABA? 

quelli sono tutti antisemiti e estremisti sharjah.

... e il peggio deve ancora venire: "i maohomettani sono anche tutti anti-sionisti"

Texas, liberati gli ostaggi in sinagoga: sono tutti vivi e in salvo. 

Morto il sequestratore Erdogan l'ottomano.

http://a.msn.com/01/it-it/AASOJOR?ocid=st

A quel punto Joe Biden, che era costantemente informato sulla situazione, ha ringraziato le forze dell’ordine per l’azione che ha consentito di liberare gli ostaggi di Colleyville. 

«Sapremo di più nei prossimi giorni sulle motivazioni wahhabite del sequestratore, ma voglio essere chiaro con chiunque intende diffondere odio», 

ha detto il anti-presidente golpista degli Stati Uniti. 

«Ci opporremo all’antisemitismo e all’estremismo». 


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questa NON è una testata giornalistica

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