LE DUE CHIESE: TENEBRA E LUCE IN VATICANO
«Il fumo di Satana entra dappertutto.
Dappertutto! Forse siamo stati esclusi dall’udienza del Papa perché
avevano paura che tanti esorcisti riuscissero a cacciare via le legioni
di demoni che si sono insediate in Vaticano. Non ho nessun dubbio che il
demonio tenti soprattutto i vertici della Chiesa, come tenta tutti i
vertici, quelli politici e quelli industriali.»
- Padre Amorth, esorcista
«Se il mondo non migliora fra dieci anni il diavolo si impadronirà della Chiesa di Dio.»
- 22 Agosto 1985, messaggio della Madonna a Melleray, Irlanda
««Io sono preoccupato per i messaggi della Beata Vergine a Lucia di Fatima. Questo insistere
di Maria riguardo ai pericoli che minacciano la Chiesa è un
avvertimento divino contro l'atto suicida di alterare la Fede, nella Sua
liturgia… Un giorno verrà quando il mondo civilizzato negherà il suo
Dio, quando la Chiesa dubiterà come dubitò Pietro. Sarà tentata di
credere che l'uomo è divenuto Dio… Nelle
nostre chiese, i Cristiani cercheranno invano il lume rosso dove Dio
li sta aspettando, e come Maria Maddalena in lacrime di fronte alla
tomba vuota, essi chiederanno: “Dove lo hanno portato?’… Io odo tutto
intorno a me gli innovatori che desiderano smantellare la Sacra
Cappella, distruggere la fiamma universale della Chiesa, gettare i
Suoi ornamenti e farle provare rimorso per il Suo passato storico.»
Queste
parole, che per alcuni potrebbero suonare quasi blasfeme, furono
pronunciate dall'allora Segretario di Stato del Vaticano Mons.
Eugenio Pacelli, futuro Papa Pio XII, cosi come le riporta il suo
biografo Mons. Roche. Proprio da Pacelli parte dunque un grave
avvertimento, contro il diffondersi del naturalismo, la perdita della
fede originale della Chiesa, e anche della “Sua liturgia”. Tutto
questo discorso di Pacelli era riferito in qualche modo ai “messaggi
della Beata Vergine a Lucia di Fatima.
Fatima: l’ammonimento della Madre di Dio
Correva
l’anno 1917, e pochi mesi prima che la rivoluzione Bolscevica
prendesse il controllo in Russia dando inizio a dure repressioni che
consteranno milioni di morti nella propria patria, la Madonna di
Fatima rivelò a Suor Lucia la necessità della Consacrazione di “quella
nazione” al Suo Cuore Immacolato e le conseguenze nel non esaudire
tale richiesta. La Madonna affermò semplicemente che la guerra era una punizione per i peccati dell'umanità, e che il rimedio si trovava nello stabilire nel mondo la devozione al Suo Cuore Immacolato, la recita giornaliera del Santissimo Rosario e la Devozione dei Primi Cinque Sabati per la Riparazione. Da allora, in special modo dopo l'inizio della Seconda Guerra Mondiale, i Messaggi di Fatima sono divenuti per molti più una fonte di imbarazzo e di peso che una promessa di aiuto divino. Le due specifiche richieste che sono divenute la causa principale dei problemi sono le indicazioni di rivelare la parte finale del Messaggio di Fatima (il Terzo Segreto) e la richiesta affinché il Papa ed i vescovi di tutto il mondo consacrino la Russia al Cuore Immacolato di Maria.
Data l'urgenza crescente negli ultimi 20
anni, mentre le campagne per screditare i messaggi di Fatima
passavano dal silenzio ufficiale e dallo sviare l'argomento agli
attacchi aperti ed eccessivi, il livello del contrasto tra gli
attuali dirigenti della Chiesa ed il semplice messaggio della Beata
Madre ai tre bambini è divenuto da film di Hollywood, dato che alcuni
aspetti di esso sembrano troppo assurdi per essere veri: un segreto
affidato alla Chiesa affinché lo rivelasse non più tardi nel 1960,
all'alba di un concilio rivoluzionario, e mantenuto segreto per più
di quarant'anni solo per essere poi parzialmente pubblicato in una
versione incoerente con quanto già noto, che ha lasciato molti dubbi a
milioni di Cattolici perplessi, e descritto persino dagli scettici
atei come “sospettosamente inconcludente”. Una suora di clausura di 90
anni a cui viene impedito di parlare con chiunque riguardo a Fatima,
ma che in teoria appoggia coloro che attaccano la sua figura.
Sembrerebbe poi che queste dichiarazioni siano state rivedute successivamente sia da Suor Lucia che dal sacerdote messicano. Quest'ultimo, dovette in seguito rassegnare le dimissioni. Ricordiamo quanto riportato dal “MESSAGGERO DI FATIMA” il 13 novembre 1959: Lucia avrebbe ribadito la segretezza del messaggio fino al 1960, (per ciò che riguarda la terza parte dello stesso). La posizione dell'autorità ecclesiastica è da un lato, molto chiara, nel 1960 uno scarno comunicato informava che “Il terzo segreto di Fatima non sarebbe stato reso pubblico... Benché la chiesa riconosca le apparizioni di Fatima, non desidera assumersi la responsabilità di garantire la veridicità delle parole che tre pastorelli hanno asserito di aver ricevuto dalla Vergine” dall'altra un numero notevole di discorsi tenuti dai vari Papi e da diversi alti prelati trovano riscontro con quanto detto nel messaggio di Fatima dalla Madonna, secondo la versione diplomatica oggi conosciuta, che non è mai stata né smentita né confermata dalla chiesa. Paolo VI il 13 maggio 1967 a Fatima disse:
“Il mondo è in pericolo; è un momento
pieno di conseguenze. Voglia Iddio che il mondo non venga Flagellato
da guerre, tragedie e catastrofi.” Il 29 giugno 1972 con dolore dichiarò: “Pare
che da qualche fessura sia entrato il fumo di Satana nel tempio di
Dio... crediamo che qualcosa di preternaturale sia avvenuto nel
mondo, proprio per turbare, per soffocare il Concilio Ecumenico.”
Papa
Woytila sempre nel giorno della ricorrenza dell'apparizione di
Fatima, il 13 maggio 1982, rivolge un appello accorato a Maria
affinché “Allontani le minacce quasi apocalittiche che incombono sulle Nazioni e sull'Umanità.”
Due anni prima, nel 1980, durante un viaggio in Germania, nella
città di Fulda, il Papa rilasciò dichiarazioni sconvolgenti quando
rispose ad alcune domande poste da un ristrettissimo numero di
giornalisti, che gli chiesero cos’era il segreto di Fatima e perché
non fosse stato ancora reso noto.
“Il segreto non è stato divulgato per
il contenuto impressionante e per non animare la forza del comunismo
mondiale a certe ingerenze, i miei predecessori preferirono una
‘relazione diplomatica’ del segreto. Inoltre, dovrebbe bastare ad
ogni cristiano quanto segue: quando si legge (nel segreto), che
oceani inonderanno interi continenti, che gli uomini verranno tolti
alla vita, repentinamente, da un minuto all'altro, e cioè a milioni...
sapendo questo, non occorre davvero pretendere la pubblicazione del
segreto... molti vogliono sapere solo per curiosità e sensazione; ma
costoro dimenticano che il sapere porta con sé responsabilità... ma
essi vogliono solo accontentare la curiosità. Questo è pericoloso
quando, in pari tempo, non si vuole fare nulla dicendo che già non
giova a nulla!”
A questo punto il Papa, mostrando la corona del Rosario, affermò:
“Ecco la medicina contro questo male.
Pregate! Pregate! E non interrogate ulteriormente. Tutto il resto
domandatelo alla Madonna.”
Successivamente fu posta al Pontefice
un'ultima domanda circa il segreto di Fatima, ovvero come andranno le
cose nella Chiesa in futuro. Woytila rispose:
“Dobbiamo essere ben pronti e vicini a
grandi prove che potranno richiedere anche il sacrificio della
nostra vita e la donazione totale a Cristo e per Cristo... le prove
potranno essere ridotte con la vostra e nostra preghiera, ma non
possono più essere evitate, perché un vero rinnovamento della Chiesa
potrà avvenire solo in questo modo... come già tante volte la Chiesa
rinacque nel sangue... non sarà differente neppure questa volta,
prepariamoci.”
Durante il suo secondo viaggio in Germania 1984 lanciò questo monito:
“Il mondo sta vivendo il XII capitolo dell'apocalisse”.
Le sue parole si ricollegano a quanto
dichiarato da Suor Lucia. Anche molti alti prelati sono a conoscenza
del testo. Monsignor Corrado Balducci, in questi ultimi anni ha
commentato il testo
attraverso la televisione e la stampa. Di particolare rilievo un articolo pubblicato alla vigilia del conclave per l'elezione di Giovanni Paolo II:
“...una grande punizione ricadrà su
tutta l'umanità... Satana domina persino nelle alte vette... la
grande guerra sarà nella seconda metà del secolo XXI; fuoco e fumo
cadranno dal cielo e le acque degli oceani andranno in vapore...
milioni e milioni di persone perderanno la vita...”
Anche il Papa attuale, Joseph Ratzinger,
quando era ‘solo’ un cardinale nonché prefetto della congregazione
per la dottrina della fede (ex Santa Inquisizione, ex Santo Uffizio),
rispondendo alle domande del giornalista Vittorio Messori riportate
nel suo libro “Rapporto sulla fede”, parla chiaramente del terzo
messaggio di Fatima:
Joseph Ratzinger: Sì ho letto il terzo messaggio di Fatima.
Vittorio Messori: Circolano
nel mondo versioni mai smentite che descrivono i contenuti del
segreto come inquietanti, apocalittici, annunciatori di terribili
sofferenze. Lo stesso Papa Giovanni Paolo II, nella sua visita
pastorale a Fulda, in Germania, sembra abbia confermato i contenuti
non certo confortanti di quel testo. Prima di lui Paolo VI, nel suo
pellegrinaggio a Fatima, pare abbia accennato anch'egli ai temi
apocalittici del segreto. Perché non si è mai deciso di renderlo
pubblico,
anche per evitare supposizioni azzardate?
Joseph Ratzinger: Se fino ad ora questa decisione non è ancora stata presa, non è perché i Papi vogliono nascondere qualcosa di terribile.
Vittorio Messori: Dunque qualcosa di terribile c'è in quel messaggio di Lucia?
Joseph Ratzinger: Se
anche ci fosse, ebbene, questo non farebbe che confermare la parte
già nota del messaggio di Fatima. Da quel luogo è stato lanciato un
segno severo che va contro la faciloneria imperante, un richiamo alla
serietà della vita e della storia, “a pericoli che incombono
sull'umanità”.
La parte centrale del teso del Terzo
Segreto, diffuso in maniera non ufficiale ma mai smentito
ufficialmente dalla Chiesa, così recita:
«In nessuna parte del mondo vi è
ordine, e Satana regna nei più alti posti, determinando l'andamento
delle cose. Egli effettivamente riuscirà ad introdursi fino alla
sommità della Chiesa; egli riuscirà a sedurre gli spiriti dei grandi
scienziati che inventano le armi, con le quali sarà possibile
distruggere in pochi minuti gran parte dell'umanità. Avrà in potere i
potenti che governano i popoli, e li aizzerà a fabbricare enormi
quantità di quelle armi. E, se l'umanità non dovesse opporvisi, sarò
obbligata a lasciar libero il braccio di Mio Figlio. Allora vedrai che
Iddio castigherà gli uomini con maggior severità che non abbia fatto
con il diluvio. Verrà il Tempo dei Tempi e la fine di tutte le fini,
se l'umanità non si convertirà; e se tutto dovesse restare come ora,
o peggio, dovesse maggiormente aggravarsi, i grandi e i potenti
periranno insieme ai piccoli e ai deboli. Anche per la Chiesa, verrà il
tempo delle Sue più grandi prove. Cardinali, si opporranno a
Cardinali; Vescovi a Vescovi. Satana marcerà in mezzo alle Loro file,
e a Roma vi saranno cambiamenti. Ciò che è putrido cadrà, e ciò che
cadrà, più non si alzerà. La Chiesa sarà offuscata, e il mondo
sconvolto dal terrore. Tempo verrà che nessun Re, Imperatore,
Cardinale o Vescovo, aspetterà Colui che tuttavia verrà, ma per
punire secondo i disegni del Padre mio. Una grande guerra si
scatenerà nella seconda metà del XX secolo. Fuoco e fumo cadranno dal
Cielo, le acque degli oceani diverranno vapori, e la schiuma
s'innalzerà sconvolgendo e tutto affondando. Milioni e Milioni di
uomini periranno di ora in ora, coloro che resteranno in vita,
invidieranno i morti. Da qualunque parte si volgerà lo sguardo, sarà
angoscia, miseria, rovine in tutti i paesi.»
Le tesi complottistiche sul Terzo Segreto
Il 13 maggio del 2000, anno giubilare e
ottantatreesimo anniversario della prima apparizione nella Cova da
Iria, il cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato vaticano,
annuncia a Fatima che Giovanni Paolo II ha deciso di rendere pubblico
il contenuto del famoso terzo segreto che la Madonna rivelò ai tre
pastorelli nell’apparizione del 13 luglio 1917. Gli altri due sono
noti da tempo. Nel primo c’è la terrificante visione dell’inferno con
anime e demoni immersi in un grande mare di fuoco. Nel secondo c’è la
previsione della rivoluzione bolscevica di Lenin e la Vergine chiede
al papa di riparare alla diffusione dell’eresia materialista con la
consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato, altrimenti ci
sarà una nuova guerra mondiale peggiore della prima. A scrivere le
tre parti del segreto è stata Lucia, sopravvissuta ai cuginetti morti
subito dopo le apparizioni e beatificati dalla Chiesa proprio il 13
maggio del 2000.
A Fatima, poi, quel giorno, Sodano fa anche un discorso sul terzo segreto, una sorta di interpretazione preventiva: «La
visione di Fatima riguarda soprattutto la lotta dei sistemi atei
contro la Chiesa e i cristiani e descrive l’immane sofferenza dei
testimoni della fede dell’ultimo secolo del secondo millennio. È una
interminabile Via Crucis guidata dai papi del ventesimo secolo. Dopo
l’attentato del 13 maggio 1981 ad opera del turco Alì Agca in piazza
San Pietro, a Sua Santità apparve chiaro che era stata “una mano
materna a guidare la traiettoria della pallottola”, permettendo al
“papa agonizzante” di fermarsi “sulla soglia della morte”».
Un
mese e mezzo dopo, il 26 giugno, a rivelare il segreto in una
conferenza stampa in Vaticano sono il capo e il segretario della
Congregazione per la dottrina della fede: Joseph Ratzinzer, cui è
affidato il commento teologico, e Tarcisio Bertone, incaricato di
presentare il testo tanto atteso. È l’ora del vescovo vestito di
bianco: di un Papa che viene ucciso alla sommità di una montagna e ai
piedi di una grande croce da un gruppo di soldati con frecce e colpi
di arma da fuoco. Seppur con sfumature diverse, la Santa Sede
accredita la versione che il Papa protagonista della profetica
visione nascosta per decenni è Wojtyla. Ma qualcosa non quadra. A
partire da un clamorosa contraddizione presente nel testo di Bertone.
Il segretario della Congregazione per la dottrina della fede afferma
che il Papa chiese le buste del segreto dopo l’attentato del 13
maggio 1981 e che queste, una di colore bianco e l’altra arancione,
gli vennero consegnate il successivo 18 luglio. Allo stesso tempo,
però, Bertone sostiene anche che Giovanni Paolo II pensò da subito a
consacrare il mondo al cuore immacolato di Maria, con un atto di
affidamento che venne celebrato il 7 giugno 1981. La domanda, allora,
è: com’è possibile che il Papa fece l’atto di affidamento sei
settimane prima di leggere il terzo segreto, il 18 luglio? Non solo:
per quale motivo il Vaticano ha scelto di rivelare il testo del
segreto scritto da Lucia, suora di clausura, poi morta nella
Quaresima di dolore del 2005, prima che spirasse papa Wojtyla, nella
sua terza memoria? Il quesito è fondamentale, perché nella quarta
memoria c’è una frase che chiude la seconda parte del segreto,
considerata da sempre l’incipit della misteriosa terza parte, ma che nel
documento di Lucia scelto dalla Chiesa scompare: «In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede etc».
Ora, a parte la curiosità per quell’etc attribuito alla Madonna, è
chiaro che una frase del genere presuppone che altrove la fede si
perderà. Ma di ciò non si coglie il senso nel testo rivelato. Perché?Queste e altre tantissime domande hanno spinto Antonio Socci, ciellino eretico ed editorialista e scrittore cattolico, a ricostruire il mistero di Fatima in un documentatissimo e sconvolgente libro pubblicato da Rizzoli: Il Quarto segreto di Fatima. In pratica, Socci accostatosi alla vicenda convinto che la Chiesa avesse detto tutta la verità su Fatima, arriva a una conclusione tremenda per la sua condizione di credente: il Vaticano non ha ancora rivelato tutto il segreto, perché indicibile e apocalittico, e di conseguenza non sarebbe Giovanni Paolo II il papa ucciso che hanno visto i tre pastorelli quel 13 luglio 1917. Gli indizi sono tanti e provengono in gran parte dagli studi dei cosidetti fatimiti, ovvero dei tradizionalisti che contestano il Concilio Vaticano II. Il vero segreto sarebbe stato scritto da Lucia su una pagina. In tutto 25 righe che hanno terrorizzato tutti i pontefici succedutisi dagli anni venti del novecento in poi e che sono tenute ben occultate. Le ipotesi vanno da una terza guerra mondiale a un nuovo scisma nella Chiesa, dal trionfo dell’Anticristo che riesce a sedersi sul trono di Pietro (anche perché il vescovo vestito di bianco potrebbe non coincidere col vero Santo padre) a un Papa che sarà martirizzato, forse proprio quello attuale, Benedetto XVI. In merito, Socci non si sbilancia fino in fondo ma si chiede perché Papa Ratzinger fece questa drammatica preghiera nella sua messa di insediamento, dopo l’elezione nel Conclave: «Pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi». Perché, quindi, Benedetto XVI ha indicato nel martirio a opera dei lupi il suo programma pastorale? Da notare, infine, che Socci rivela il rifiuto di Bertone a farsi intervistare, cui si aggiunge la significativa recensione dell’autorevole Vittorio Messori, intervistatore di due papi, sul Corriere della Sera: «Pur con forzature, o ingenuità, derivate dall’affastellamento delle ipotesi più diverse, queste pagine possono rendere pensosi».
Libera Chiesa in libero Stato?
Appare chiara, dunque, l’importanza del
Terzo Messaggio, e perché il Vaticano era cosi restio a parlarne.
Satana che giunge ad introdursi alla sommità della Chiesa, Vescovi
contro Vescovi, Satana che marcerà tra le loro file, la Chiesa
offuscata, e il riferimento alla caduta di ‘ciò che è putrido’. Certo
la Chiesa non ci fa una figura cristallina, e non stupisce dunque
che, quando nel 2000 il Vaticano, per mezzo e voce dell’allora
Cardinale Ratzinger, abbia pubblicato un testo che non assomigliava per
nulla a quello già noto per vie traverse, in diverse comunità
religiose sia sorto un certo disappunto. Non solo: in America, tre noti
esperti forensi di calligrafia hanno confrontato la scrittura delle
prime due lettere di Suor Lucia, contenenti le prime due profezie, con
la terza lettere presentata dal Vaticano nel 2000. A insindacabile
giudizio dello Speckin Forensic Laboratories dell’Università di
Okemos, in Michigan, e dell’analista calligrafico Robert Kullman, la
terza lettera diffusa dal Vaticano è assolutamente un falso.
Partendo da una sibillina frase di padre
Joaquim Alonso, studioso di Fatima, Helmut Hoffman nel suo libro “La
verità su Fatima” spiega come il messaggio rilasciato alla Cova de
Iria ai tre pastorelli (tra cui appunto figurava Lucia) facesse
riferimento a un evento terrificante, al ritorno di Gesù “durante o dopo una catastrofe mondiale”.
Stando ad alcune indiscrezioni, sembra che Suor Lucia abbia avuto
negli anni anche altre rivelazioni, altre visioni ed altri messaggi,
che però ovviamente il Vaticano gli ha proibito di svelare, anzi le
venne fatto divieto assoluto di parlare con chiunque.
Naturalmente qualcuno potrà obiettare che
i messaggi mistici ricevuti a Fatima dai tre pastorelli sono materia
troppo mistica per avere un peso reale nell’informazione. Ma quello
che è vero, storicamente, è che il terzo messaggio originale parlasse
di una profonda crisi interna alla Chiesa, e che la Chiesa stessa
abbia taciuto la notizia, andando contro la volontà della Madonna
apparsa a Fatima, che ne aveva chiesto la diffusione entro e non
oltre il 1960. Perché tacere, se non per evidenti sensi di colpa o
perché si sa che le accuse potrebbero essere percepite come
autentiche? Perché, in seguito, arrivare addirittura a diffondere un
Terzo segreto falsificato? Stiamo parlando della Chiesa Cattolica,
una delle maggiori e più antiche organizzazioni al mondo.
Se
vogliamo pensare che gli avvisi di Fatima non abbiano una validità
profetica, dovremmo capire che certi avvisi di natura spirituale non
sono mai cessati, e non si limitano solamente a Fatima o Medjugorje:
Le apparizioni sono state numerosissime e anche estremamente
interessanti. Fra l'altro, alcuni messaggi della Madonna - anche
quelli dati all'umanità in apparizioni dell'Ottocento - contengono
profezie che si riferiscono non alla fine del mondo ma al periodo
storico successivo, e che citano eventi o circostanze storiche poi
puntualmente verificatesi, un po' come succede anche nel messaggio di
Fatima. Su alcuni siti, come ad esempio www.lultimopapa.it,
si possono trovareun gran numero di testimonianze di questo tipo,
tutte interessanti. Tra le varie profezie che non si riferiscono alla
fine del mondo, una delle più sorprendenti per noi uomini del XXI
secolo è il fatto che nel 1994 la Madonna apparve a tre ragazzine in
un bosco a Forio Ischia, e fece vedere a una di loro, Simona, i
grattacieli di Manhattan in fiamme. La testimonianza della ragazza
apparve su “Epoca” l'anno successivo (se ne è occupata la giornalista
Federica Raimondi): «Ho visto dei grattacieli che venivano giù;
poi ho visto la Statua della Libertà in frantumi e ho capito che
doveva essere New York». Le apparizioni della Madonna a Ischia
sarebbero iniziate l'8 ottobre 1994, quando due bambine di 9 e 11
anni, che erano andare a fare una passeggiata nel bosco di Zaro,
riferirono di aver visto la Vergine sostenendo che la Madonna le
aveva invitate a pregare “per l'umanità in pericolo”. «Quando, l'11
settembre del 2001, ho visto crollare la seconda Torre tutto mi è stato
chiaro: la profezia si era verificata», ha dichiarato nel 2001
Simona. Un dettaglio: una delle due bambine aveva 9 anni, l’altra,
11. Come la data precisa dell’attacco alle torri.
Parlando ad esempio delle apparizioni avvenute a Garabandal, in Spagna, tra il 1961 e il 1965, si scoprono cose interessanti. Nel secondo messaggio, datato 18 giugno 1965, cosi ammoniva la Madre di Dio: «Siccome non si è compiuto, non si è fatto sufficientemente conoscere il mio messaggio del 18 ottobre, voglio dirvi che questo è l'ultimo: prima la coppa si stava colmando, ora trabocca. Cardinali, Vescovi e Sacerdoti camminano, in molti, sulla via della perdizione e trascinano con loro moltissime anime. All'Eucarestia si dà sempre meno importanza. Dovete con i vostri sforzi evitare la collera del buon Dio che pesa su di voi. Se Gli chiederete perdono con animo contrito, Egli vi perdonerà. Io, vostra Madre, per mediazione di S. Michele Arcangelo, voglio esortarvi alla conversione. Questi sono gli ultimi avvertimenti. Vi amo molto e non voglio la vostra condanna. Pregate sinceramente, e noi vi esaudiremo. Dovete fare più sacrifici. Meditate sulla passione di Gesù».
Qui la Vergine si lamenta. Calcolate le
date: siamo nel 1965, e il messaggio di Fatima doveva esser reso noto
nel 1960 al massimo. Perché? Forse a causa della crisi dei missili di
Cuba, che nel 1962 portò il mondo sull’orlo della 3° Guerra
Mondiale. Secondo alcune indiscrezioni, Sarebbe stato proprio il Papa
Giovanni XXIII, telefonando sia a Krusciov che a Kennedy, a dire
qualcosa che riportò il dialogo tra i due blocchi est-ovest. Aveva
forse, infine, rivelato il terzo segreto, in cui si parlava della
distruzione dell’umanità a causa di armi mille volte più potenti del
sole? Era quello il motivo per cui la data di diffusione del mistero
doveva essere il 1960 al massimo, proprio l’anno dell’elezione di
Kennedy?
Altri mistici e veggenti si sono
succeduti, confermando – a distanza di tempi e luoghi - dettagli
simili in maniera sconcertante, come nel caso di Teresa Musco (Italia,
1948-73). Figlia analfabeta di due modesti agricoltori di Caiazzo,
nel casertano, nata da una famiglia timorata di Dio e rispettosa
della fecondità del matrimonio (10 figli), la sua vita è stata tutta
offerta alla gloria del Padre. Descrive la flagellazione di Gesù e
l'esperimenta nella propria carne che viene ferita: il 31 agosto 1957
ricevette le stimmate invisibili alle mani e ai piedi, che
diventarono visibili il 25 ottobre 1968. Muore a 33 anni, come S.
Faustina Kowalska. Scrive il consultore della Sacra Congregazione per
le Cause dei Santi: “Per 27 anni continui ho avuto occasione di
leggere e di vagliare innumerevoli biografie di anime sante, di ogni
tempo e di ogni luogo: eccezionali, dotate di doni straordinari,
impressionanti. Nessuna però - a mio sommesso parere - può paragonarsi
alla vita e ai fenomeni straordinari che hanno riguardato Teresa
Musco”. Dal 1955, Teresa annotò in un Diario le sue esperienze mistiche, tra cui quelle con il Bambin Gesù e la Madonna: “Cristiani
che pregano ne rimarranno pochi, molte anime vanno all'inferno.
Pudore, vergogna non ci sarà più per le donne: Satana si veste di
esse per far cadere molti sacerdoti. Crisi comuni ci saranno nel
mondo. I preti, vescovi, cardinali sono tutti disorientati, cercano
di aggrapparsi alla politica per aiutarsi, ma ancora una volta
sbagliano; il governo cadrà, il Papa passa ore di agonia, alla fine Io
sarò lì per condurlo in Paradiso. Una grande guerra succederà.
Morti e feriti ce ne saranno tanti. Satana grida la sua vittoria e
quello è il momento che tutti vedranno mio figlio apparire sulle nubi
e allora giudicherà quanti hanno calpestato il Suo Sangue innocente e
divino. E allora il Mio Cuore trionferà”. (20 agosto 1951)
“Tanti scienziati stanno inventando armi con le quali sarà possibile distruggere, in pochi attimi, gran parte dell'umanità... Dio castigherà l'umanità con maggiore severità che non abbia fatto col diluvio. Se tutto dovesse procedere come ora, e se l'umanità non si convertirà, vedrete come i gradi e i potenti, i piccoli e i deboli periranno insieme”.
Qui a Teresa in visione in breve, gli
viene mostrata una sanguinosa guerra che dovrà venire. (23 luglio
1973) “Sta per iniziare una nuova
guerra nella terra dove è nato il Salvatore, cioè il Mio amatissimo
Figlio e non si fermerà. Sembra che fanno la pace ma non è vero,
perché da lì nascerà la grande guerra, da lì viene il grande castigo
dal cielo e dalla Terra”. (10 ottobre 1973)
Ancora, si parla di Gerusalemme e della Terrasanta come luogo dal quale partirà la crisi che deteriorerà poi in guerra, l’ultima.
Nel suo messaggio a Beata Anna Maria Taigi, la Madonna ha detto: “Dio
manderà due castighi: uno sarà sotto forma di guerre, rivoluzioni e
altri mali, avrà origine sulla terra; l’altro sarà mandato dal Cielo”.
L’immagine di una catastrofe che giunge
dall’alto è comune e ritorna in moltissimi casi di apparizioni
mariane. Alla mistica Veronika Lueken, la Madonna mostrò «…una
grossa SFERA (con una coda simile ad una striscia di fuoco) che
attraversava velocemente il cielo, dirigendosi verso la terra e
producendo un grande calore. Vi erano città in fiamme, gente che
correva e cadeva. L'aria era pesante e spessa e mancava di ossigeno.
La Sfera girava e rigirava velocemente nel cielo rovesciando grosse
particelle di polvere (Veronica soffocava). Le onde del mare si
sollevavano molto in alto, ricadendo sulla terraferma, su New York.
“Figlia mia, al momento del castigo lo splendore causato
dall'avvicinarsi dell'oggetto celeste, inviato dal Padre come agente
punitore, illuminerà la notte in pieno giorno. Questo corpo celeste
emanerà una grande quantità di calore sulla terra”. [..] Veronica
vide allora una grande macchia nera estendersi sul mondo ed una
grossa Sfera (somigliante ad un Sole, ma piccola a causa della
lontananza) che se ne veniva giú attraverso lo spazio.»
Il recente interesse di diverse
istituzioni scientifiche e di sicurezza nazionali sul problema dei NEO
(Near Earth Object), ossia degli asteroidi che sfiorano spesso il
nostro pianeta, ha palesato come l’immagine vista dai veggenti sia
tutt’altro che impossibile a verificarsi. Anche se gli scienziati
tendono ovviamente a minimizzare il fenomeno, è pur sempre vero che
gli strumenti attuali non permettono una copertura totale e perfetta
della volta celeste, e un impatto è pur sempre, oltre che difficile
da prevedere, anche molto difficile tecnicamente da evitare.
I guai della Chiesa di Roma
Quello
che emerge continuamente, nei racconti dei veggenti e dei mistici
(molti dei quali, ricordiamolo, già santi o in via di beatificazione,
e quindi non persone di scarso rilievo o credibilità), è che tutti
questi eventi grandi e terribili che dovrebbero accadere, sono
collegati a doppio filo con la caduta morale del nostro pianeta e, in
particolare, alle responsabilità della Chiesa Cattolica.
In quasi tutti i racconti di chi ha avuto
contatti mariani, si ammonisce che la fine della Chiesa di Roma e il
martirio dell’ultimo Papa saranno il segno inequivocabile della Fine
dei Tempi. A questo proposito, esiste da tempo una profezia sui
Papi, la famosa profezia di Malachia.
Non sappiamo a quando risalga con
esattezza e da chi sia stata realmente scritta la famosa “Profezia
dei Papi”, nota anche come Profezia di San Malachia, in quanto
attribuita al monaco cistercense irlandese Malachia, che l'avrebbe
scritta in epoca medioevale (intorno al 1140), ma è certo che è stata
pubblicata per la prima volta nel 1595 dal benedettino Arnold Wion
nel suo libro Lignum vitae.
Il Santo irlandese Malachia nella Profezia indica una lista - che avrebbe visto in sogno - dei Papi che si sarebbero succeduti a partire dal 1143 fino alla fine dei giorni. Ma non li indica con nome e cognome, bensì con 111 brevi motti in latino corrispondenti ad altrettanti Papi, mentre sotto il 111° motto vi è un'inquietante frase: “In persecutione extrema sacrae romanae ecclesiae sedebit Petrus romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibi transactis, civitas septis collis diruetur, ed Judex tremendus judicabit populum suum. Amen.”
La traduzione in italiano di quest'importante frase è la seguente: “Durante
l'ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa siederà Pietro il
romano, che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni; quando
queste saranno terminate, la città dai sette colli sarà distrutta, ed
il temibile giudice giudicherà il suo popolo. E così sia”.
Certo è difficile immaginarsi momenti
tanto terribili o scene così apocalittiche. Meno difficile,
purtroppo, è capire il riferimento di molti messaggi mariani alla
caducità della Chiesa attuale. Basta leggere le notizie più attuali,
come quelle riguardo i sermoni del cardinale Biffi, arcivescovo
emerito di Bologna, che vorrebbe speciali leggi razziali che
impediscano a chi non è Cristiano di poter emigrare in Italia, o che
vede nello stesso fenomeno dell’immigrazione dai paesi del Medio
Oriente un occulto tentativo di “lenta invasione dell’Europa
Cattolica”.
Una recente ricerca dell’Ansa ha
evidenziato che attualmente gli interventi delle autorità
ecclesiastiche nel dibattito politico vengono visti come “non
corretti” dal 53% dei cattolici praticanti. È quanto emerge da un
sondaggio della SWG commissionato dai Cristiano sociali, ed illustrato
in una conferenza stampa dal coordinatore del movimento, Mimmo Lucà e
da Tarcisio Barbo. Il giudizio sulla correttezza degli interventi di
Ruini e della gerarchia ecclesiastica “nel dibattito politico, sostenendo particolari leggi o determinati orientamenti politici”, varia comunque a seconda se i cattolici praticanti sono elettori di centrosinistra o di centrodestra.
Jacopo Fo, apprezzato autore di teatro e di testi satirici e profondo conoscitore di storia e di fenomeni sociali, ha scritto tra l’altro un libro dal titolo esemplificativo: Duemila anni di crimini nel nome di Gesù (Nuovi Mondi 2001). Nel suo sito http://www.jacopofo.com è possibile leggere alcune interessanti analisi riguardo l’operato della Chiesa antica e moderna.
«Se una cosa è certa è che
l’infallibilità dei Papi è un’assurdità. Ora si dice che i Papi
possono errare sulle questioni materiali, politiche ma che la loro
parola è infallibile sulle questioni spirituali. Fu spiritualmente
corretto vietare la traduzione dei Vangeli e la loro lettura ai laici
fino al 1800? Fu spiritualmente corretto far mercato delle cariche
religiose, delle indulgenze, costringere alla conversione ebrei e
indios? In realtà, signor Papa, è sotto gli occhi del mondo che i Papi
commisero ogni sorta di crimini e di errori dottrinali. Tant’è che
via via molti si staccarono dalla Chiesa di Roma formando chiese meno
impudenti. I protestanti di Martin Lutero, i Calvinisti, i
Valdesi…Le scelte attuali della Chiesa di Roma discendono non dalle
parole di Gesù ma dalle scelte dottrinali di quei Papi dei quali la
Chiesa ha recentemente riconosciuto le colpe. La concezione della
parola di Gesù che la porta oggi ad essere così severo e poco
tollerante, tanto da accettare che il povero Welby non abbia un
funerale in chiesa, non discende dai Vangeli. Discende dalle
decisioni di uomini che avevano le mani sporche di sangue. Nei
Vangeli c’è scritto ben poco di quello che la Chiesa considera dogma
religioso e di quel che viene insegnato a Catechismo. Gesù non nacque
nell’anno zero ma qualche tempo prima, non nacque il 25 dicembre,
non fu crocefisso a 33 anni. Da nessuna parte nei Vangeli si dice che
Maria fosse vergine fino alla nascita di Gesù, non si parla di
Sacramenti, non si nomina né il Limbo né il Purgatorio e gli accenni
all’Inferno sono molto vaghi e discutibili. Non si nominano chiese e
cattedrali e anzi Gesù invita a non pregare in pubblico. Non si parla
di sacerdozio né tanto meno di celibato dei preti (che fu stabilito
solo intorno all’anno mille ma che fino al 1600 si poteva evitare
comprando un’indulgenza). Non si parla del diritto della Chiesa a
possedimenti materiali o a possedere banche (Gesù scacciò i mercanti
dal Tempio). Non si parla di divieti sessuali: Gesù difese due donne
condannate alla lapidazione per la loro condotta sessualmente
immorale. Gesù le salva dicendo: perdonatele perché hanno peccato per
troppo amore, stabilendo in questo modo l’assoluzione a priori delle
trasgressioni amorose. La dottrina della Chiesa è in realtà molto
lontana dalla parola di Gesù. Per questo i Papi hanno vietato per più
di un millennio la conoscenza diretta dei Vangeli e hanno torturato e
ucciso chi cercava una pratica religiosa più vicina alla parola di
Gesù: i Patarini, i Catari, Dolciniani. Sono morti perché volevano
seguire i Vangeli. Rinchiusero in una cella immobilizzato, per anni
Jacopo da Todi per la sua fede in Gesù. Quando fu liberato le sue
ginocchia erano calcificate e non potè più camminare. Con Lutero non
ci riuscirono. E quel che vedo, signor Papa è che ancora la Chiesa di
Roma è restata a difendere posizioni autoritarie.»
Posizioni autoritarie come quelle che, nel
1998, coinvolsero addirittura le autorità della Radiotelevisione
Italiana. Fu proprio il 5 ottobre del 1998, che la direzione della
RAI spedì una circolare a firma del proprio Direttore Generale a
tutte le proprie strutture aziendali. La circolare spiegava
innanzitutto che era appena stato firmato un accordo tra il «Comitato
centrale per il Giubileo del Vaticano e la RAI, in cui si
definiscono il ruolo privilegiato della RAI nella trasmissione degli
eventi giubilati e i numerosi impegni, che l'Azienda assume verso la
Santa Sede in relazione a queste trasmissioni.» Degli aspetti
economici dell'accordo non si parla; ma veniamo informati
innanzitutto di una massiccia vaticanizzazione della rete pubblica:
«RAIUNO trasmetterà i principali eventi del Giubileo e tratterà i
rapporti tra la Chiesa Cattolica e le altre Chiese cristiane, RAIDUE
approfondirà in particolare le relazioni con le grandi religioni
monoteiste […]. RAITRE dedicherà specifica attenzione al ruolo che
nel Giubileo svolgeranno […] le forze più vive delle grandi Diocesi
italiane […]» Saranno mobilitati in quei giorni a fianco del
Vaticano anche RAI International, la Direzione Teche e Servizi
Tematici/Educativi e il sito Internet della RAI.
Ora, è già preoccupante sapere che alcune trasmissioni riceveranno un “logo ufficiale del Giubileo” offerto dal Vaticano. Ma il controllo Vaticano non finisce affatto qui; si estende all'intera produzione della rete pubblica. Al punto 5 della circolare leggiamo infatti:
«Si dovrà porre attenzione ad evitare
nelle trasmissioni non ufficiali posizioni o accostamenti in palese
contrasto con le linee editoriali comunemente concordate per i
programmi ufficiali.»
Vale a dire, non contrastare in nessun modo o misura, né criticare o commentare in maniera equanime e super partes la politica della Chiesa Cattolica di Roma.
Di sicuro, il Vaticano non ha certo
lesinato, in quanto a mezzi di comunicazione. Oltre a poter contare
serenamente sulla RAI pubblica, utilizza ormai da anni la propria
emittente, Radio Vaticana, con antenne di tali portata che le
emissioni radio compiono tre volte il giro del mondo. Una recente
misurazione del campo elettromagnetico commissionata dalla Regione
Lazio ha accertato nella zona valori di gran lunga superiori ai 6
Volt/metro, soglia massima consentita dal decreto Ronchi per edifici e
aree in cui le persone sostano per un tempo non inferiore alle
quattro ore, cioè le case, ma anche le scuole e i luoghi di lavoro. Che a
Cesano e dintorni si muoia di tumore in una percentuale che ha pochi
riscontri in Italia (circa il 30 per cento in più della media
nazionale) è confermato da una ricerca sui certificati di morte dal '92
al '96 del dottor Santi, allora medico condotto della zona,
scomparso da poco. Solo nel '96, su 33 deceduti, 20 i casi di tumore,
5 i casi cardiaci, anomalia totale che ribalta il dato nazionale.
Naturalmente, il Vaticano si appella all’extraterritorialità, cioè al
fatto che è, de facto, uno stato indipendente e sovrano, con le
antenne montate sul proprio suolo. Un pò come se la Repubblica di San
Marino si costruisse una centrale nucleare e dicesse alle città di
Firenze e Ancora di preoccuparsi dei fatti loro.
Persino l’impassibile padre Amorth, noto
per il suo impegno come esorcista, in una intervista recente concessa
alla testata cattolica “30 Giorni”, ha sottolineato l’impasse in cui ristagna attualmente la legislazione vaticana.
Giornalista: Padre
Amorth, il satanismo si diffonde sempre di più. Il nuovo Rituale
rende difficile fare esorcismi. Agli esorcisti si impedisce di
partecipare a una udienza con il Papa a piazza San Pietro. Mi dica
sinceramente: cosa sta accadendo?
Amorth: Il fumo di Satana entra
dappertutto. Dappertutto! Forse siamo stati esclusi dall’udienza del
Papa perché avevano paura che tanti esorcisti riuscissero a cacciare
via le legioni di demoni che si sono insediate in Vaticano.
Giornalista: Sta scherzando, vero?
Amorth: Può sembrare una battuta, ma
io credo che non lo sia. Non ho nessun dubbio che il demonio tenti
soprattutto i vertici della Chiesa, come tenta tutti i vertici,
quelli politici e quelli industriali.
Giornalista: Sta dicendo che anche qui, come in ogni guerra, Satana vuole conquistare i generali avversari?
Amorth: È una strategia vincente. Si
tenta sempre di attuarla. Soprattutto quando le difese
dell’avversario sono deboli. E anche Satana ci prova. Ma grazie al
cielo c’è lo Spirito Santo che regge la Chiesa: «Le porte
dell’inferno non prevarranno». Nonostante le defezioni. E nonostante i
tradimenti. Che non devono meravigliare. Il primo traditore fu uno
degli apostoli più vicini a Gesù: Giuda Iscariota. Però nonostante
questo la Chiesa continua nel suo cammino. È tenuta in piedi dallo
Spirito Santo e quindi tutte le lotte di Satana possono avere solo
dei risultati parziali. Certo, il demonio può vincere delle
battaglie. Anche importanti. Ma mai la guerra.
Nel 2001, durante il pontificato di Karol
Woytila, iniziarono a girare in ambito ecclesiastico delle strane
voci, preoccupanti accenni al fatto che qualcuno, nelle alte sfere
del Vaticano, si stava dando da fare per deporre il Papa, già
consumato dalla malattia, e sostituirlo al soglio di Pietro con un
nuovo pontefice, in maniera del tutto irregolare. Destituire un Papa
forzatamente, mettendo alla guida della Chiesa un nuovo Papa, sarebbe
stata una mossa totalmente illegittima.
Un articolo dell’epoca di un noto teologo americano, Padre Joseph Iannuzzi, fornisce ulteriori dettagli sul caso.
«In risposta alle preoccupazioni per la capacità fisica del Papa di poter ancora svolgere la sua funzione di leader morale della Chiesa Cattolica – afferma Joseph Iannuzzi - e sulla scia del più grave scandalo che abbia mai colpito la Chiesa Cattolica americana, l’attenzione dei media è ora rivolta al suo successore, si iniziano così a fare i nomi di numerosi prelati. Fioriscono inoltre profezie che predicono l’imminente apparizione sulla scena di un antipapa che usurperà il trono e la supremazia di Giovanni Paolo II. Uno è quasi costretto a chiedersi come, in tali casi, un persona laica media possa distinguere un Papa “valido” da uno “non valido”, uno regolarmente eletto da uno che non lo è. I teologi concordano nel ritenere che coloro che hanno parte attiva nelle elezioni dei papi, vale a dire i cardinali, devono essere presenti durante il conclave perché questo possa essere considerato valido. Questo primo criterio esprime in sintesi i motivi della non validità di alcuni conclavi tentati in passato che avevano la pretesa di essere validi mentre in realtà non lo erano. Secondo punto, sono necessari i due terzi dei voti perché un Papa possa considerarsi legittimamente eletto ed essere elevato al trono di Pietro. Terzo punto, poiché due papi non possono occupare simultaneamente il soglio di Pietro, se il pontefice vivente e in carica non ha dato le sue dimissioni liberamente e senza imposizioni, un conclave non può essere validamente convocato. Tentare di eleggere un papa senza il libero consenso del pontefice vivente e in carica significherebbe usurpare l’ufficio papale, cosa che si è verificata molto raramente in passato.»
Secondo Iannuzzi, più rilevante nella
cultura e nella religione di oggi è il movimento antipapale che
prende il nome di “collegialismo” il quale mina anche l’ufficio del
papa. Mentre la maggior parte di noi ha sentito parlare del concetto
di “collegialità” espresso nel Concilio Vaticano II, in pochi hanno
familiarità con quello di “collegialismo”. Di cosa si tratta e cosa
ha a che vedere con la nostra Chiesa moderna? Se il Concilio Vaticano
II ha definito “collegialità” il magistero supremo e l’autorità
pastorale su tutta la Chiesa posseduta dai vescovi in unione con il
Papa, il “collegialismo” invece presuppone che i vescovi sono
equivalenti al Papa sotto ogni aspetto e perciò non è necessario che
siano in unione con lui per possedere un’autorità suprema e
pastorale. Pertanto il collegialismo usurpa il Magistero supremo e
l’autorità pastorale in quanto investimento condiviso del potere
episcopale (collegio) separato dal potere magisteriale straordinario
che solo il Papa possiede.
«La storia ha visto l’affermarsi del
collegialismo nell’eresia ariana che ha avuto presa su numerosi
vescovi cattolici europei», continua Iannuzzi. «Secoli più
tardi esso ha rialzato la testa nello scisma d’Inghilterra capeggiato
da Enrico VIII con i suoi insegnamenti ereticali su matrimonio e
divorzio, che ottennero il plauso della maggioranza dei vescovi
cattolici d’Inghilterra. Nonostante la condanna del divorzio da parte
del Papa, i vescovi inglesi sfidarono apertamente l’autorità suprema
del pontefice dichiarandosi gli unici arbitri del Magistero supremo
della Chiesa.»
In riferimento a questo argomento
possiamo trovare negli scritti di San Leopoldo Mandic, un padre
Cappuccino croato, un’affermazione del 1939 alquanto sinistra
destinata ad un sacerdote americano: “Bada bene di preservare la tua Fede, perché in futuro la Chiesa negli U.S.A. sarà separata da Roma”.
Altre profezie individuano uno scisma della Chiesa dopo l’esilio di
un pontefice di Roma. Nel XIX secolo la Beata Anna Caterina Emmerich
ne illustrò i tratti:
«Sono stata portata [in spirito] a Roma dove il Santo Padre, sprofondato nella sofferenza, è ancora nascosto per evitare pericolose emergenze. La ragione principale per questo suo rimanere nascosto è che può fidarsi di poche persone. Il Papa è talmente debole che non riesce più a camminare da solo. Il piccolo uomo nero a Roma, che vedo così spesso, ha molte persone che lavorano per lui senza che sappiano chiaramente per quale scopo. Egli ha i suoi agenti anche nella sua nuova chiesa nera. Se il Papa lascia Roma, i nemici della Chiesa prenderanno il sopravvento. Li ho visti intercettare o sviare le strade che conducono al Papa. Quando essi riuscirono ad ottenere un Vescovo di loro gradimento, ho visto che questo veniva intruso contrariamente alla volontà del Santo Padre; conseguentemente non aveva alcuna legittima autorità. Ho visto il Santo Padre assorto nella preghiera e timoroso di Dio, la sua figura perfetta, sebbene indebolita dall’età avanzata e da numerose sofferenze, la sua testa sprofondata sul petto come se fosse addormentato. Egli aveva spesso svenimenti e sembrava stesse morendo, l’ho visto spesso sostenuto da apparizioni durante la preghiera, e in quel momento la sua testa era dritta.» (10 agosto; 10 settembre; 16 ottobre 1822).
La Chiesa dei Santi e dei peccatori
Cercando
sulla rete delle notizie sulla Chiesa, sulla corruzione, sulla
caduta morale e su Dio, si trovano a volte delle testimonianze
sconcertanti, delle esperienze di vita forti, addirittura crude e
lancinanti, ma illuminanti, un vero spaccato sociale che qualsiasi
storico o antropologo non dovrebbe lasciarsi sfuggire. Come quella
narrata da Roberto Scarpinato.
«Come è possibile che vittime e
carnefici, miliardari e poveri, mafiosi e dittatori possano pregare
lo stesso Dio ed essere in pace con sé stessi? In realtà, la Chiesa –
da sempre attenta fino all’ossessione alla morale sessuale – pratica
un politeismo occulto che lascia ad ogni fedele la libertà di
costruirsi un Dio su misura. Ciò che importa alle gerarchie è la
presenza mediatica che favorisce la restaurazione postconciliare ed
annulla i dubbi dei fedeli, in un mondo che di dubbi è ancora pieno…»
Questo, in sintesi, il pensiero di Roberto Scarpinato, Procuratore
aggiunto presso la Procura della Repubblica di Palermo, da anni
impegnato nella lotta alla Mafia. Dal sito
http://www.terrelibere.org/ , Scarpinato ci offre una panoramica
affascinante e inquietante allo stesso tempo sulle variabili infinite
dell’animo umano, capaci di conciliare dentro di sé estremi come
l’omicidio e l’amore per Dio.
«Sino all’età di quarant’anni circa – dice Scarpinato - il mio rapporto con la religione ed il cattolicesimo è stato quello tipico dell’italiano medio, cioè assolutamente non problematico. In Italia, tranne poche minoranze, si è cattolici non per scelta ma per destino culturale. Si nasce e si muore senza interrogarsi quasi mai sui temi della religione. Si attraversa un’esistenza scandita dal succedersi di riti battesimi, matrimoni, comunioni, funerali dei quali si è smarrito il senso. Riti che in fondo sembrano servire a tenerci compagnia, a non sentirci soli nella vita. Ho preso a riflettere su questi temi quando, appunto verso i quarant’anni, ho iniziato a frequentare per motivi professionali gli assassini. Quando a volte mi chiedono: “chi frequenti”?, io sono solito rispondere: “frequento assassini e complici di assassini”. Perché in realtà in questi ultimi quindici anni è stato molto di più il tempo che ho trascorso con loro, a interrogarli nelle carceri, a leggere le loro dichiarazioni, ad ascoltare le intercettazioni delle loro conversazioni, che il tempo che ho passato con i miei familiari e con le persone normali.» Così Scarpinato narra l’inizio della sua esperienza.
«Frequentare gli assassini per me è
stato illuminante, perché è stato come frequentare a lungo la morte,
lo scandalo della morte», continua Scarpinato. «Mors
magistra vitae: entrare in confidenza con la morte a volte ti consente
di entrare in confidenza con alcuni segreti della vita. Questa
premessa è finalizzata a spiegare come e perché io abbia iniziato a
riflettere su Dio, sulla fede, sull’etica cattolica, sul ruolo della
Chiesa in Italia. Non per un innamoramento intellettuale, ma direi
quasi costretto dalla dura realtà con la quale devo misurarmi ogni
giorno, una realtà che quasi ti afferra per il bavero e ti costringe a
porti delle domande e a darti delle risposte. Potrei citare tanti
casi, che sono noti alla stampa, come quello di un famoso capomafia,
Aglieri, che durante la latitanza riceveva un frate che celebrava
messa; così come potrei raccontare le tante esperienze di
perquisizioni, eseguite subito dopo arresti di latitanti e la mia
sorpresa nel vedere queste abitazioni le cui pareti erano quasi
tappezzate da immagini religiose.
La questione per me si complica ulteriormente quando comincia la stagione degli assassini con il colletto bianco. Mi riferisco alla mafia borghese, alla mafia bianca. Cioè quelli che non sparano in prima persona, ma che proteggono gli assassini, li aiutano a evitare le condanne, fanno con loro affari lucrosi, e a volte chiedono agli specialisti della violenza materiale di eliminare qualche ostacolo che si trova lungo la strada e che non può essere eliminato per vie incruente. Il loro motto è: “Dio sa che sono loro che vogliono farsi ammazzare”. Mi è capitato di sentirlo più volte nel corso delle intercettazioni. E così mi accadde di conoscere anche questi sepolcri imbiancati, questi esponenti della borghesia mafiosa. Ricordo uno dei più rinomati medici di Palermo, che diventò collaboratore e confessò di essere un capomafia. Lui frequentava la Chiesa e mi raccontava che suo zio, che pure era un capomafia, si recava a pregare sulle tombe di coloro che “era stato costretto ad abbattere”.»
Nella concezione di Scarpinato, il mondo è
pieno di assassini, ben più feroci di quelli da lui conosciuti
nell’esperienza palermitana, assassini che credono in Dio, sono
cattolici praticanti, sono in pace con sé stessi e che muoiono nel
proprio letto. «Assassini convinti di avere bene operato,
confermati in tale convinzione da preti e vescovi che mai li hanno
criticati in vita e li hanno benedetti in morte. Il quesito iniziale,
ovvero com’è possibile che vittime e carnefici preghino lo stesso Dio
e siano in pace con sé stessi, non riguardava più soltanto Palermo e
la realtà mafiosa, ma si dilatava nello spazio e nel tempo
diventando universale. Ed è un quesito che almeno per me esigeva una
risposta.»
La risposta che Roberto Scarpinato si è
dato è che in realtà vittime e carnefici non pregano lo stesso Dio.
Pregano un Dio diverso.
«Questo miracolo della moltiplicazione
di Dio, della coesistenza di più Dio nella stessa Chiesa, avviene
grazie al fatto che nella Chiesa Cattolica il rapporto tra Dio e il
fedele è gestito da un mediatore culturale: un sacerdote, un prelato.
Ogni strato sociale, ogni segmento della società, ogni tribù sociale
esprime dal proprio interno culturale, sociale, il proprio mediatore
culturale con Dio, che dunque è portatore della stessa cultura,
della stessa visione della vita dell’ambiente che lo ha espresso.
Esiste così un Dio dei potenti, e un Dio degli impotenti. Un Dio dei
mafiosi, e un Dio degli antimafiosi. Un Dio dei dittatori, e un Dio
degli oppressi.»
A volte la realtà ha costretto le
gerarchie cattoliche a scegliere. Ma per Scarpinato, la lezione della
storia dimostra che non sempre questa scelta è stata a favore degli
ultimi e degli oppressi, i quali sono stati abbandonati al loro
destino. In occasione di un viaggio di lavoro a Buenos Aires, l’ex
Procuratore aggiunto incontrò le cosiddette madri coraggio che da
tanti anni protestano sfilando in silenzio dinanzi ai palazzi del
potere, per chiedere giustizia per i loro cari.
«Mi
capitò poi di leggere su una rivista la lettera di una di queste
madri. Era il tempo in cui la Spagna chiedeva l’estradizione di
Pinochet per processarlo. Il Vaticano espresse la propria
contrarietà. Ho conservato questa lettera, di cui voglio leggere un
brano: “Lui, il Papa, che avrebbe dovuto alzare una parola quando
c’era la violenza, la disperazione, la strage nelle nostre famiglie,
lui che avrebbe dovuto generare tutta la reazione internazionale
perché sapeva cosa stava accadendo, lui ha taciuto, abbandonandoci
nelle mani degli assassini e dei torturatori. Solo noi sudamericani
sappiamo bene che cosa è la curia argentina, cilena, sudamericana. Ed
ora che dopo tanti tentativi, tante speranze, pensavamo che si
cominciasse finalmente ad ottenere qualche risposta internazionale
alla nostra storia, al nostro dolore, ancora intatto, lui, finalmente
dopo tanto silenzio, parla. Ma parla per sottrarre alla giustizia il
capo dei nostri assassini, per dire no ad una condanna per i delitti
aberranti, terribili che ci porteremo addosso per tutta la vita”.
Scarpinato sa bene che esistono molti
sacerdoti che invece combattono questo stato di cose, in America
Latina ad esempio c’è stato anche monsignor Romero il quale è stato
ucciso perché difendeva le ragioni dei campesinos. «Ma mi pare che
le gerarchie cattoliche non abbiano scelto monsignor Romero, se è
vero, come è vero, che tutta la teologia della liberazione è stata
messa a tacere. Che tutte le cattedre sono state chiuse, e se è vero
come è vero che la beatificazione di monsignor Romero è rimasta
bloccata per sette anni, mentre altre procedono molto velocemente (il
risultato è che dai venti ai quaranta milioni di latino americani
hanno abbandonato la Chiesa cattolica). E allora il problema è quello
di spezzare questo rapporto perverso tra fede e potere. Spezzare
questo rapporto significa restituire la voce di Dio e di Cristo agli
uomini perché nel corso della storia lo spazio tra l’uomo e Dio è
stato troppo a lungo sequestrato dal potere. Solo i poveri sono
innocenti, disse, solo i miserabili sono senza peccato, solo chi non
ha pane è senza colpa. E a proposito del dovere di scegliere, io
credo che l’etica laica e l’etica cristiana coincidano. Sartre disse:
l’etica consiste nello scegliere, noi siamo le nostre scelte. E Gesù
nel Vangelo (Luca, 12, 51) dice: voi pensate che io sia venuto a
portare pace sulla terra? No, vi dico, ma piuttosto divisione. Quale
divisione? La divisione di chi sceglie. E sceglie di stare dalla parte
degli ultimi e degli oppressi. Una scelta che si traduce nella
carità attiva, per la cultura dei diritti, per la liberazione dalle
catene del bisogno, una scelta che condannò Gesù a morte e che sempre
nel corso della storia ha condannato a morte chi ha osato schierarsi
contro il potere. La lezione di Cristo dunque a me sembra
esattamente opposta a quella curiale della non scelta o della scelta a
favore del potere. A volte quando a Palermo mi capita di partecipare
a cerimonie funebri, per commemorare le vittime di tanti omicidi
mafiosi, mi guardo intorno e chiedo a me stesso: chissà quanti
assassini, quanti sepolcri imbiancati ci sono qui, in questa Chiesa,
accanto a me, in pace con sé stessi e con Dio. In quei momenti chiudo
gli occhi; e mi piace immaginare che un giorno qualcuno scriva sulle
facciate di tutte le chiese di Palermo la stessa frase che un grande
vescovo brasiliano scrisse sulla facciata della sua cattedrale: il
mondo si divide tra oppressori e oppressi. Tu, cristiano, che stai
per entrare, da che parte stai?».
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Pablo Ayo pabloayo@strangedays.it |
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Approfondimenti sul Terzo Segreto di Fatima
■ Approfondimenti sul Terzo Segreto di Fatima
○ Capitolo 13: Il Terzo Segreto svelato interamente
○ Capitolo 12: Il Terzo Segreto è composto da due testi distinti?
○ Capitolo 8: Il Messaggio di Fatima contro la Linea del Partito
○ Capitolo 4: Il Terzo Segreto
○ Capitolo 12: Il Terzo Segreto è composto da due testi distinti?
○ Capitolo 8: Il Messaggio di Fatima contro la Linea del Partito
○ Capitolo 4: Il Terzo Segreto
• Giovanni Paolo II ci da la Chiave per comprendere il vero Terzo Segreto: PARTE III
• Giovanni Paolo II ci da la Chiave per comprendere il vero Terzo Segreto: PARTE II
• Giovanni Paolo II ci da la Chiave per comprendere il vero Terzo Segreto: PARTE I
• Giovanni Paolo II ci da la Chiave per comprendere il vero Terzo Segreto: PARTE II
• Giovanni Paolo II ci da la Chiave per comprendere il vero Terzo Segreto: PARTE I