complice sodale nel nostro comune peccato mortale di lussuria

caro fratello e complice sodale nel nostro comune peccato mortale di lussuria
[ Bin ISIS Salam Fulani SALMAN from Riyad ]
per mia moglie di 60 anni vecchia?
non servirebbero a nulla i rimedi chimici e meccani di Satana,
lei renderebbe impotente anche un toro,
ma, ovviamente, io sono più cornuto di un toro!
Con mia moglie 60 anni vecchia e da sempre frigida anche da giovane?
Bisogna passare direttamente allo droga dello stupro!
Ma, poi, lo Spirito Santo mi ha detto:
"perché tu vuoi proprio finire all'inferno con quel maiale di Mohammed la feccia di tutti i profeti?"
Maometto (AFI: /maoˈmetto/; in arabo أبو ﺍﻟﻘﺎﺳﻢ محمد بن عبد الله بن عبد ﺍﻟﻤﻄﻠﺐ ﺍﻟﻬﺎﺷﻤﻲ, Abū l-Qāsim Muḥammad ibn ʿAbd Allāh ibn ʿAbd al-Muṭṭalib al-Hāshimī; La Mecca, 570d.C. circa.
Ecco perché io ho smesso di fare la transustanziazione,
perché mi sono accorto di non avere per Gesù di Betlemme tutto quell'amore che lui merita di ricevere!
Poi, lo ho lasciato a guardia del mio Santuario "la civiltà ebraico-cristiana-israeliana"
che farisei e wahhabiti (luciferini di Baal in occulto ja-bull-on)
loro cercano in tutti i modi di distruggere!


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la terza dose boster di Moderna, mi sta leggermente febbricitando e leggermente facendo perdere l'equilibrio, quindi un leggero mal di testa e una leggera insufficienza respiratoria


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[ Bin ISIS Salam Fulani SALMAN from Riyad ]
Unius REI ha la pienezza del sacerdozio e la pienezza della regalità,
anzi, non possono esistere veri Re,
sotto i satanisti talmudici coranici di Rockefeller ((occhio massonico demoniaco Entità di Lucifero-Allah)),
anzi, non possono esistere veri Re, se non ricevono la mia investitura.
io sono lorenzoHWH Unius REI nel salmo 110, e sono seduto su Trono di Dio.
io sono il Re dei Re, e il Sacerdote di ogni sacerdozio!
Quindi sacerdozio e regalità hanno in me la massima giurisdizione sovranità e universalità.
Mai più nessuno potrà essere come Unius REI
perché lui è l'unico, Dio stesso sul Trono si è decentrato di fronte a Unius REI!
io rimarrò qu
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autosorveglianza, con tachipirina e vigile attesa della morte!
i ragazzi infetti dal covid (omicron studioso) in classe, non bloccano più la attività didattica!
questa psico-pandemia di Stato è una farsa e anche un delitto ideologico.
OGGETTO:
Comunicazione delle “Indicazioni standardizzate per la gestione dei contatti di
caso COVID-19” nella classe 1B 5L 3E etc...


Come previsto da art. 4, del Decreto-Legge 7 gennaio 2022, n. 1 e dalla successiva Nota
Interministeriale n.11 dell’8 gennaio 2022, essendo pervenuta alla scrivente, in data odierna,
comunicazione della presenza di n.1 caso positivo accertato nella classe e avendo verificato la
presenza in classe dello stesso nelle 48 precedenti, il Dirigente Scolastico dispone quanto segue:
1 - Per gli allievi frequentanti la stessa classe del caso positivo si prevede:
• attività didattica: in presenza, con l’obbligo di indossare dispositivi di protezione delle
vie respiratorie di tipo FFP2 per almeno 10 giorni; si raccomanda di non consumare merenda in
aula;
• misura sanitaria: Auto-sorveglianza per eventuale comparsa di sintomi nei primi 5 gg.
2 - Per il personale (della scuola ed esterno) che ha svolto attività in presenza nella classe del caso
positivo per almeno 4 ore, anche non continuative, nelle 48 ore precedenti l’insorgenza del caso, si
applica la misura sanitaria dell’Auto-sorveglianza.
Si confida nella massima collaborazione ed osservanza di quanto disposto
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ma, per non cadere nello Spread, Mario Draghi goldman Sacs non ha mandato a scuola le FFP2,
quindi le dobbiamo comprare noi, perché sono obbligatorie sempre.
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[21:54, 7/12/2021] Lorenzo: https://www.provitaefamiglia.it/petizione/si-revochi-immediatamente-lincarico-allambasciatore-lgbtqia-presso-leuroparlamento-per-i-suoi-atti-blasfemi-firma-anche-tu


[22:31, 17/12/2021] MARCELLO GEMMATO: Ti aspetto domani dalle 16.30 alle 19.00 al Caffè Vergnano Via Amendola 128 per scambio di auguri.


[21:20, 14/1/2022] MARCELLO GEMMATO: NETTA OPPOSIZIONE AL SISTEMA EMILIANO.


Ti aspetto domani alle 11 davanti all'Ospedale in Fiera in Via Verdi, il flash mob di FdI e GN per denunciare il sistema di corruttela che sta emergendo in tema di sanità e COVID in Puglia con gli arresti di questi giorni.


https://www.facebook.com/100044545684703/posts/484373649724154/?d=nIl deputato che si mise in mutande: così ha fatto "condannare" Speranza13 Aprile 2021 - 07:34


Marcello Gemmato (Fdi) in politica sin dall'Università. Con Bignami ha trascinato il ministero della Salute al Tar, vincendo la causa sul "piano segreto"
Giuseppe De Lorenzo

Da qualche parte ci deve ancora essere il video di quel blitz degno di nota. Molti anni fa, di fronte all’Università di Bari, un giovane studente rimase in mutande davanti alle telecamere di Striscia la Notizia per denunciare gli sprechi sulle spese telefoniche in Ateneo. Un caso eclatante, che fece discutere e sicuramente sorridere. Il ragazzo in déshabillé, oggi uomo, è un deputato della Repubblica italiana, farmacista professionista ed esponente di Fratelli d’Italia.

Attenzione. L’aneddoto non è canzonatorio, anzi. Serve a spiegare la personalità di Marcello Gemmato e di quella “generazione Atreju” di cui fa fieramente parte: racconta un modo di fare politica col cuore, passionale, a volte pure un po' folle. Pugliese, classe 1972, Gemmato si avvicina alla politica per tradizione familiare. Papà è un “almirantiano” di ferro, appassionato di politica, che ai figli trasmette “il rispetto delle regole, l’amore per la famiglia e la dedizione al lavoro”. Il fratello Nicola invece fa il sindaco di Terlizzi, paese alle porte di Bari e luogo dell'infanzia di Nichi Vendola, al tempo della sconfitta elettorale ancora potente governatore della Regione. Uno smacco mica da poco. Dal canto suo Marcello segue tutto il cursus honorum politico della militanza, tradizione che - dopo anni di paracadutati - nel centrodestra si era un po’ persa: rappresentante di istituto alle superiori, presidente del Fuan e di Azione Universitaria, eletto consigliere di corso di laurea, di facoltà, componente del Senato Accademico e infine consigliere comunale a Bari. “Sempre a destra”.



Che poi a dire il vero gli anni clou sono quelli del Pdl, che a definirlo un partito “di destra” si fa non poca fatica. Quella parentesi fu però una “strana illusione” cui si dedicò per amore di An. “Avevamo la speranza di creare un partito popolare di destra con idee e valori”, dice oggi Gemmato al Giornale.it. Le cose poi sono andate come sappiamo. Quando Fratelli d’Italia sembrava l’ennesima formazione destinata all’irrilevanza, e lui era co-coordinatore del Pdl col posto a Montecitorio assicurato, Marcello decise di “seguire il cuore e andare con Giorgia”. L’affetto per Meloni è viscerale: “Coerente, umana, preparata, carismatica, leader vera: è brava, prima ancora di essere donna”. Altro mondo rispetto a Fini? “Lui strappò derogando alle sue idee - spiega - puntò al centro e divenne uno strumento nelle mani della sinistra per far cadere Berlusconi. La storia ci ha dato ragione: lui ora è finito in un cono d’ombra, noi invece…”.

Invece Gemmato ora siede in Parlamento, mica robina da poco, anche se arrivarci gli è costata più di un’ulcera politica. Torniamo al 2013. FdI lo candida come capolista in Puglia alle spalle di Meloni e La Russa. La leader ovviamente verrà eletta altrove e anche La Russa al povero Gemmato aveva promesso di fare altrettanto: dimettersi per lasciargli il posto. Gli accordi erano questi. Poi però qualcosa va storto e La Russa gli “scippa il posto”. “Lo sgarbo è ormai superato - assicura Gemmato - Però avrei potuto avere una sbandatura, avevo accusato il colpo, ma la coerenza ha un prezzo e sebbene avessi subito un torto decisi di rimanere nelle fila del partito”. Ora che a Montecitorio c’è arrivato, ed è un dirigente di FdI, agli esponenti locali che litigano tra loro ricorda sempre lo smacco ricevuto: “Peggio di quello che hanno fatto a me, è quasi impossibile”.


Il suo modo di fare politica si instaura in una logica orizzontale di comunità. In una parola: militanza. L’ideale di Gemmato è quello di una “destra sociale, popolare e nazionale”. Aperti alle interlocuzioni, ma “con i piedi ben saldi sui valori”. Chi lo conosce bene lo definisce un “amico esigente, spesso spigoloso e molto pignolo”. Di sicuro “uno che non molla”. Appena eletto consigliere comunale a Bari, per dire, si trovò nel mezzo di un caso politico: Michele Emiliano, allora sindaco, fece uno sgarbo all’aula aprendo il dibattito subito dopo il suo discorso invece di rinviare la seduta. “Il mio capogruppo - racconta Gemmato - decise allora di dare il via all’ostruzionismo, obbligandoci tutti a parlare per almeno un’ora a testa. Mi alzai in piedi, con le gambe che mi tremavano dall’emozione, ma riuscì a tenere ben 59 minuti consecutivi di intervento. Da qualche parte devo avere ancora una cassetta…”.

È con la stessa ostinazione che Gemmato negli ultimi mesi si è messo in testa di ottenere un po’ di trasparenza dal ministro Speranza. Insieme al collega Galeazzo Bignami, che ormai i nostri lettori dovrebbero conoscere bene, ha trascinato il ministero della Salute in tribunale, l’ha fatto condannare dal Tar e l’ha costretto a rendere noto il “piano segreto” anti Covid. “Ci sono dei buchi oscuri nella gestione del coronavirus - spiega Gemmato - Ed è inaudito che un dicastero nasconda documenti così importanti a due parlamentari, di cui uno pure segretario della Commissione Sanità”. La battaglia legale non è ancora finita, e il testardo duo Gemmato-Bignami andrà avanti. Perché in fondo la politica è crederci fino in fondo. Altrimenti non ti spoglieresti in mutande di fronte all'Università.


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Fratelli d'Italia (FdI)Marcello Gemmato

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Autore

Giuseppe De Lorenzo
Sono nato a Perugia il 12 gennaio 1992. Stavo per intraprendere la carriera militare, poi ho scelto di raccontare quello che succede in Italia e nel mondo.

Rifuggo l'ipocrisia di chi sostiene di possedere la verità assoluta: riporto la realtà che osservo con i miei occhi. Collaboro con ilGiornale.it dal 2015. Nel 2017 ho pubblicato Arcipelago Ong (La Vela), un'inchiesta sulle navi umanitarie che operano nel Mediterraneo.
Poi nel 2020 insieme ad Andrea Indini ho dato alle stampe Il libro nero del coronavirus (Historica Edizioni).
Sono cattolico e capo scout per passione educativa.
Mi emoziono ancora per le partite della Lazio.
Amo leggere, collezionare Topolino, giocare a basket e coltivare la terra.
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google per difendere l'ISIS degli ottomani wahhabiti sta facendo guerra a questo mio articolo:
"El islamismo relevo del comunismo",
ma dentro non c'é nessuna azione scorretta o invocazione all'odio!
La pubblicazione di questo post è stata annullata in quanto viola le Norme della community di Blogger. Per pubblicarlo nuovamente, aggiorna i contenuti per fare in modo che aderiscano alle linee guida.
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Milano, territorio di conquista dell'islam
La notte delle molestie è solo l'ultimo episodio. "Attacco alle donne? Ideologia perversa"


Milano, territorio di conquista dell'islam
Milano. Piazze da occupare, pezzi di città da strappare e sottoporre alla propria autorità. Dietro l'orribile notte delle molestie sessuali collettive in piazza Duomo c'è anche un'idea di conquista del territorio e Milano - città europea - è terreno privilegiato di quest'azione, in cui i gesti illegali o criminali non vengono compiuti di nascosto ma esaltati nello spazio pubblico con questa folle ambizione simbolica.


La conquista di Milano è in atto. Di un'azione di «occupazione del territorio» parla Souad Sbai, fondatrice dell'associazione Donne marocchine in Italia, e suggerisce una lettura degli abusi di Capodanno e dei precedenti europei (vedi Colonia): occorre vederli - avverte - come un movimento, «qualcosa che ha a che fare con un pensiero che si sta creando nelle seconde generazioni» e ha che fare con una «versione perversa della religione». Insomma, un fatto ideologico. «Il messaggio che ci inviano è questo: noi siamo padroni del territorio e vi consideriamo qualcosa di estraneo - così Maryan Ismail, prima imam donna nel nostro Paese - Mi pare che si comportino come se con il corpo di un'infedele, non vestita secondo i canoni, potessero trastullarsi a piacimento: I vostri corpi di infedeli, kafir, non significano niente per noi».


Lorenzo Vidino, milanese e massimo esperto di radicalismo islamico, vede tracce di «una sottocultura che sposa, spesso in maniera confusa, identità arabo-islamica, mitizzazione della criminalità e machismo». L'anno scorso in piazza Selinunte a San Siro, candidata a diventare la prima banlieu italiana, sfidando i divieti anti-Covid circa 300 giovani si radunarono per girare il video di un giovanissimo rapper maghrebino, e partì una guerriglia contro la polizia, con lanci di bottiglie e sassi, al grido di «Fuori di qui!». Vidino lo ha notato, su «Repubblica» citandolo come esempio di questo impasto identitario che porta al rifiuto del Paese ospitante anche da parte delle seconde generazioni.


Anche le gang sudamericane imperversano, ma non hanno gli stessi riferimenti fanatici. È il «separatismo» religioso il nemico dichiarato del presidente Emmanuel Macron in Francia. In Europa si tollerano enclavi, con enti giuridici e assistenziali propri, in cui non viene riconosciuto lo Stato e il suo legittimo uso della forza sul territorio. La sfida alle istituzioni prolifera in quartieri poveri e disagiati, ma in occasioni particolari sfocia con incursioni in spazi simbolici.


Inevitabile notare come, 13 anni fa, la stessa piazza Duomo, come San Petronio a Bologna, fu teatro di una sorta di provocazione, o «profanazione», cercata o non evitata: la famosa «preghiera» sul sagrato che - dopo un rogo di bandiere americane e israeliane - fu condotta all'imbrunire da un imam già condannato per terrorismo. «C'è preoccupazione per questo uso violento della religione - disse allora al Giornale il direttore dell'Osservatore Romano Gian Maria Vian - sono rimasto impressionato». Quell'imam guidava la moschea di viale Jenner, che in anni precedenti era considerata una sorta di base jihadista, almeno dagli americani, e riversava i fedeli per strada, in «preghiere» che avevano lo scopo di creare, o sollevare politicamente, il tema-moschee.

Da allora i centri religiosi hanno perso centralità, soppiantati dal web. Ma nel dicembre 2017, fu piazza Cavour a essere occupata da un'altra confusa manifestazione politico-religiosa, contro Trump e contro Israele, in cui furono scanditi slogan antisemiti e jihadisti. L'episodio spinse la Procura ad aprire un fascicolo in cui si ipotizzava l'accusa di istigazione all'odio razziale.

Tutti fatti diversi uno dall'altro. Ma fra gli eventi politico-«religiosi» di allora e i misfatti politico-criminali di oggi si scorge un filo, che tiene tutto.

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1. Netanjauh e i suoi complici hanno preferito sostenere il movimento jihadista ottomano e wahhabita saudita, nel tentativo di fermare Assad e gli iraniani, ma questo ha portato nelle fosse comuni tutti i popoli siriani innocenti. e per questo sangue di innocenti di cui gli israeliani si sono resi colpevoli? un prezzo deve essere pagato!
Quindi, 2000 anni di cristianesimo sono andati perduti in Siria e Iraq, per l'anti-cristica coalizione talmudica.
2. Poi, noi abbiamo visto l'esercito israeliano morire tutto in Arabia Saudita nell'inutile tentativo di fermare l'esercito cinese, e nell'inutile tentativo di salvare l'ISLAM in Arabia Saudita e nel mondo.
3. Allora, adesso dove è la lealtà dei sauditi per Israele? i wahhabiti vogliono prendere tutto e non vogliono dare nulla, e questo significa alto tradimento, e anche peggio è congiura OCI UMMA per annientare shoah Israel!
4. la stessa presenza degli iraniani in Siria non è soltanto una dichiarazione teorica di guerra, ma è proprio un atto di guerra attuale, è creare strutture per la invasione!
5. e certo Israele non può sopravvivere a 100.000 missili balistici (che si stanno preparando).
6. Hebollah e Hamas devono subito essere terminati e gli iraniani devono essere espulsi dalla Siria: subito!
7. occorre invadere la Siria con una striscia di 50 km sul/lungo il confine giordano fino all'Iraq, dove installare sistemi aerei e missilistici ed avanzati sistemi laser.
8. ma Israele non ha un Re Messia lorenzoJHWH per portare a compimento questa operazione bellica.
9. tutti i palestinesi e loro allineati sateliti complici devono essere deportati in Siria, perché non puoi tenere un nemico interno, per affrontare una guerra da soli, contro un nemico esterno come l'Iran, guerra che può esplodere in un qualsiasi momento!
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========
Will Israel Suffer from Biden-Trump Blame Game? | United with Israel
https://unitedwithisrael.org/will-israel-take-collateral-damage-from-biden-trump-blame-game/#.YeKxg2AoRGg.twitter Israele sta diventando una questione di parte a Washington mentre la Casa Bianca affronta un momento di verità sull'Iran.

Di Pesach Benson, Uniti con Israele
Leggendo le foglie di tè dei rapporti e delle dichiarazioni provenienti da Washington, il presidente Joe Biden ha perso la speranza di una svolta con l'Iran a Vienna.

I commenti di due portavoce chiave suggeriscono che la Casa Bianca, incapace di negoziare un ritorno all'accordo nucleare del JCPOA, si stia ora preparando per un gioco di responsabilità confuso con l'ex presidente Donald Trump.

Martedì, il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price ha detto ai giornalisti: “Vale la pena spendere solo un momento su come siamo arrivati qui. È un vero peccato che, a causa di una decisione sconsiderata o forse non ponderata della precedente amministrazione, questa amministrazione sia entrata in carica senza questi rigorosi protocolli di verifica e monitoraggio in atto”.

Il giorno successivo, il portavoce della Casa Bianca Jen Psaki ha dato seguito a quel messaggio. Le "maggiori capacità o le azioni aggressive dell'Iran che hanno intrapreso attraverso guerre per procura in tutto il mondo", ha detto, non sarebbero andate avanti se Trump non "si fosse ritirato incautamente dall'accordo nucleare senza pensare a cosa potrebbe accadere dopo".

Psaki ha continuato:
"Il programma nucleare iraniano non era più in una scatola, non aveva più il regime di ispezione più solido mai negoziato, non aveva più le rigide restrizioni sull'attività nucleare".

Inoltre,
Axios ha riferito questa settimana che l'amministrazione Biden prevede di raggiungere il suo momento di verità a gennaio o febbraio sull'opportunità o meno di continuare a negoziare con Teheran. Indipendentemente dal fatto che la Casa Bianca punta sulla diplomazia o punta al confronto, Biden dovrà affrontare un contraccolpo, quindi l'amministrazione sta entrando in modalità pitbull.

"Concentreranno il fuoco su Trump", ha detto una fonte ad Axios .
Il messaggio che Trump ha lasciato.
il suo successore con una brutta mano di carte realizza due cose per Biden.
Se la Casa Bianca alla fine perseguirà la diplomazia, il messaggio abbasserà le aspettative del pubblico sulla qualità dell'accordo.
E se Biden abbandona la diplomazia per affrontare l'Iran, il messaggio sosterrà il sostegno della base democratica del presidente.

Israele preso nel mezzo
Il rapporto Axios ha anche osservato che l'amministrazione Biden spera che i funzionari israeliani "amplificheranno" i messaggi della Casa Bianca.
Ciò solleva due domande per Israele.
Israele sta per essere coinvolto in una nuova battaglia partigiana tra Democratici e Repubblicani?

Si spera di no. Il nuovo governo israeliano ha nominato Michael Herzog, fratello del presidente Isaac Herzog, ambasciatore negli Stati Uniti perché ha buoni rapporti con Democratici e Repubblicani. È stato scelto per contenere questo tipo di problemi.

Le organizzazioni ebraiche americane che si sono occupate dell'aspro rapporto tra Barack Obama e Benjamin Netanyahu quando il JCPOA è stato negoziato per la prima volta sono, si spera, un po' più sagge dall'esperienza.

Il tempo dirà quanto successo avranno.
Israele sarà incolpato per Trump che ha portato gli Stati Uniti fuori dal JCPOA?
La colpa verrà probabilmente dagli estremi dei partiti democratico e repubblicano e dai loro sostenitori.
Ci si possono aspettare tweet partigiani arrabbiati provenienti dalla squadra.
E i recenti commenti di Trump sugli ebrei americani e la sincerità di Benjamin Netanyahu non rendono difficile immaginare l'estrema destra che si diverte con il revisionismo storico.

Quindi, indipendentemente dal fatto che la colpa provenga da sinistra o da destra, vale la pena ricordare che la decisione di Trump di ritirarsi dal JCPOA nel 2018 è stata perché l'Iran stava già violando l'accordo.
Questo era chiaro da una raccolta di documenti nucleari iraniani che il Mossad aveva rubato da un magazzino di Teheran. Ad aprile , Israele ha iniziato a rivelare ciò che stava imparando dal bottino di intelligence.
Dopo aver studiato ciò che il tesoro ha rivelato, Trump ha abbandonato l'accordo a maggio.

In ogni caso, le condizioni per l'attuale ciclo di negoziati indiretti di Vienna non erano ideali.
Un nuovo governo intransigente guidato dal presidente Ebrahim Raisi ha preso il sopravvento, frenando qualsiasi progresso incrementale fatto dagli Stati Uniti con il governo di Hassan Rouhani. Primo strike.

La credibilità dell'amministrazione Biden sulla scena mondiale ha subito un duro colpo dal modo in cui si è svolto il suo ritiro dall'Afghanistan.
Colpisci due.
Il desiderio di Biden di tornare al JCPOA è stato così forte che gli iraniani non potevano non accorgersene.
La Casa Bianca non ha mai veramente negoziato da una posizione di forza.
Colpisci tre.

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